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Scrittori Lombardi: Elenco dei Migliori Autori della Lombardia

da | 6 Mag 2023

Se ti interessa conoscere gli scrittori lombardi, leggi questa guida. Puoi conoscere la storia e le curiosità, sugli scrittori più importanti ed apprezzati della regione. Inoltre, puoi conoscere anche i migliori libri da leggere assolutamente. E gli autori più promettenti, in ambito lombardo. In questo articolo verranno trattati scrittori di libri, aventi come argomento la Lombardia. In particolare, verranno discussi gli scrittori che sono nati e/o hanno vissuto in questa regione d’Italia.

Si tratta di un territorio ricco di storia e tradizioni, dunque anche di grandi autori. Che hanno saputo narrare le vicende di questa terra. In modo appassionato ed emozionante. I lettori potranno dunque scoprire o riscoprire alcuni tra i migliori autori italiani. Attraverso le pagine di questo articolo. Uno scrittore lombardo è garanzia di qualità.

Mi piacerebbe condividere con voi alcuni dei miei libri preferiti, che sono stati scritti da autori lombardi. In questo articolo, parleremo di alcuni dei migliori scrittori lombardi di tutti i tempi. Ed anche delle loro opere più celebri. Spero che tale articolo possa ispirare altri appassionati di lettura. E che possa far scoprire e leggere i libri di questi grandi autori lombardi.

1 – Scrittori di Bergamo

Parliamo degli scrittori lombardi di Bergamo. La quale è divisa in due distinte parti. Una è la città “Alta” e l’altra è la città “Bassa“. La prima conserva maggiormente la sua parte storica. La seconda è un po’ più moderna. Ed entrambe sono separate dalle “mura venete” del XVI secolo. Queste sono patrimonio dell’Unesco, visto il loro ottimo stato di conservazione.

Un’altra cosa rende Bergamo famosa. Furono 1000 i volontari che seguirono Garibaldi, nella famosa spedizione. Ben 108 furono bergamaschi. Motivo per il quale la città è chiamata “la città dei Mille“. E’ semplice redigere un elenco dei migliori scrittori lombardi. Talmente numerosi sono i talenti venuti fuori da Bergamo.

A partire da quel Donato Calvi, religioso e letterato del XVII secolo. La sua opera maggiore si intitola “Effemeride sacra profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo“. Un rendiconto dettagliato. Contiene tutto quello successo in città e non solo. Anche in tutta la provincia, in un anno solare. O Gasparino Barzizza. Umanista vissuto tra Tre e Quattrocento. E’ stato anche accademico e pedagogista, e molto altro ancora.

Luigi Angelini, che fu architetto e scrittore lombardo. Operò nella prima metà del XIX secolo. Paolo Aresi e Fabio Paravisi. Contemporanei. Il primo scrittore di fantascienza e giornalista. Il secondo autore lombardo di gialli. Raul Montanari è invece traduttore e romanziere lombardo. E ancora, Wainer Preda. Nasce come giornalista alla fine degli anni ’90 del XX secolo. Oggi è uno dei migliori scrittori della Lombardia, autore di thriller.

a) Fabio Volo

Il primo degli scrittori lombardi bergamaschi è Fabio Volo. Vero nome Fabio Luigi Bonetti (1972). Il quale è anche scrittore ed attore. Conduttore televisivo e radiofonico. Doppiatore e sceneggiatore. Diventa famoso grazie alla radio ed alla televisione. E poi spicca il salto anche nel settore editoriale e nel cinema. Detiene il record di 5 milioni di copie di romanzi, venduti in Italia (2011).

Per iniziare, si diploma alle medie e poi inizia il liceo. Poi, inizia ad aiutare il padre nel suo lavoro di panettiere. Comincia con l’incidere alcuni dischi “eurodance” in italiano. Da uno di questi, chiamato “Volo“, deriva il suo nome d’arte. Nel 1996 lascia la musica e diventa conduttore radiofonico. Distinguendosi per bravura. Negli anni a seguire partecipa al programma “Le jene“. E va in onda un suo programma per la tv. Dal nome “Il Volo del mattino“.

Inoltre pubblica il suo primo romanzo, “Esco a fare due passi“, di grande successo. Per quello che riguarda il privato, Fabio Volo ha due figli. Sebastian (2013) e Gabriel (2015). Che sono nati dalla relazione con l”islandese Jóhanna Hauksdóttir (2011-2021). La quale è un’istruttrice di pilates. Nel corso degli anni questo autore lombardo alterna l’attività nei media, a quella di scrittore. Attività quest’ultima che vede l’uscita di molti libri di successo. Che sono divisi tra romanzi e racconti. Oltre a libri di altri generi.

b) Raul Montanari

Il secondo degli scrittori lombardi è Raul Montanari (1959). Il quale è anche un traduttore. Dopo gli studi superiori, si laurea in lettere antiche a Milano. E studia anche Comunicazioni Sociali. Quest’ultimo all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Innanzi tutto, è traduttore dalle lingue classiche antiche a quelle odierne. E scrive per il cinema. Il suo primo romanzo è del 1991. Dal titolo “Il buio divora la strada“. Il libro dà la stura a parecchi testi, più che altro di narrativa. Con qualche “incursione” nella poesia e nei saggi. Montanari, che è uno dei migliori scrittori lombardi, è soprattutto “noirista“. Dei quali fa parte nel ramo dei primi “nuovi noiristi” italiani. Come Carlo Lucarelli e Andrea Pinketts.

Oltre a ciò, dalla fine degli anni Novanta dirige una scuola di scrittura creativa, a Milano. Ed ha la presidenza del premio “Straparola-Caravaggio” per racconti inediti. Ha ricevuto un premio “alla carriera” dalla città di Milano. Il famoso “Ambrogino d’oro“, nel 2012.

c) Paolo Aresi

Paolo Aresi (1958), è uno degli scrittori lombardi di fantascienza. Inoltre è anche giornalista. Si laurea in lettere all’Università “Statale” di Milano. La sua attività di romanziere lombardo inizia nel 1978. Ed il primo libro pubblicato è “Oberon, l’avamposto fra i ghiacci” (1987). Lavora presso L’Eco di Bergamo come inviato fino al 2016.

Nel frattempo scrive. Oltre alla fantascienza, opere di narrativa prese dal reale. Come ad esempio “Ho pedalato fino alle stelle“. E “Bergamo dell’altro ieri” e “La vita a pedali“. Oltre a questo, pubblica anche testi sulle montagne. E sul territorio di Bergamo. Non mancano le storie dei giornali quotidiani laici della città. Narrate in “Carta canta“. Che tratta il periodo partire dal XIX secolo a fine XX.

Per quanto riguarda il suo lato giornalistico, fonda la rivista “Orobie“. Questo nel 1990. L’autore lombardo Aresi ha scritto anche per il teatro. Come le opere “Gimondi, una vita a pedali“. E il “processo di Alessandro“. Vince il premio “Urania” con il romanzo “Oltre il pianeta del vento“. Noto anche come “La scala infinita“. Poi “Korolev” ed il suo seguito. Che è “Korolev, la luce di Eris“.

Oltre a ciò, analizzando i suoi testi emergono gli interessi. Ed anche le passioni che li hanno determinati. A partire dall’astronomia e cosmologia. E dall’astronautica, per passare al ciclismo, ed alla geografia. Fino ad arrivare alla cultura, e non solo letteraria.

d) Claudio Calzana

Un altro degli scrittori lombardi contemporanei, è Claudio Calzana (1958). Dopo essere stato docente alle superiori, ha avuto un’impresa. La quale operava nel multimediale. Adesso dirige la sezione Progetti Editoriali e Culturali della “Sesaab“. Che è un’azienda nel ramo quotidiani.

Oltre a questo, è coniugato con Marina. E ha due figli. Chiara e Marco. Vince il premio “Galbiate” per un racconto, nel 2004. Viene poi incoraggiato a proseguire. E ne fa un romanzo. Cioè “Il sorriso del conte“. Il quale è adesso alla sua terza edizione.

Inoltre questo libro ha raggiunto la finale ad un premio. Che è il “Città di Penne – Europa 2008“. Nella sezione Opera Prima. Nel novembre del 2012 esce “Esperia“. Ed una collaborazione ad una sceneggiatura. Sceneggiatura per il docufilm “Gli anni e i giorni“. Tre anni dopo è la volta di “Lux” e “Brumana“. Quest’ultimo è un racconto. Nel 2017 pubblica “La cantante“.

Passiamo ora alla provincia successiva.

2 – Scrittori di Brescia

Gli scrittori lombardi di Brescia sono un altro pezzo di un fantastico puzzle. Cittadini della “Leonessa d’Italia“, come venne chiamata la loro città. In origine per la sua fedeltà alla Repubblica Veneta. Poi per il coraggio e l’ardore. Qualità che mise in campo durante le battaglie del Risorgimento. Brescia ha visto inserire le sue vestigia romane e longobarde, nel “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco. E’ anche sede della “Mille Miglia“. E della produzione del famoso vino “Franciacorta“.

Oltretutto, zona ricchissima di tradizioni e leggende, questa di Brescia. Ed anche di celebri autori lombardi. Partendo dal Medioevo, incontriamo Albertano da Brescia. Conosciuto anche come “Albertanus causidicus Brixiensis“. Giurista e scrittore lombardo. Passando all’età moderna, Ottavio Rossi. Che fu archeologo, accademico, e poeta lombardo. Poeta fu anche Simone Bartolomeo Dotti. Dapprima lirico e celebrativo. Poi autore satirico. I quale vissero tra XVI e XVIII secolo.

Inoltre, Giulio Uberti e Angelo Canossi. Il primo poeta e patriota. Il secondo viaggiatore e poeta lombardo anch’egli. Rimase famoso come il “Poeta della brescianità“. Ambedue vissero nel XIX secolo. Lorenzo Gigli, che fu giornalista e traduttore. Inoltre, scrittore lombardo di saggi.

Venendo ai contemporanei, citiamo Massimo Tedeschi. Romanziere in diversi generi letterari. Poi Enrico Giustacchini, giallista. Famoso per una serie ambientata nel medioevo bresciano. Ovviamente sono pochi esempi del variegato mondo letterario di Brescia. Il quale annovera tra le sue fila alcuni dei più importanti romanzieri lombardi.

a) Gianni Simoni

Gianni Simoni è un noto magistrato ed uno degli scrittori lombardi (1938). Ha una grande passione per la scrittura. E’ stato un magistrato lombardo dal 1967. Dopo è stato giudice istruttore. E poi ha assunto la carica di pubblico ministero, alla procura generale a Brescia (1974). Questo anche a Milano (dal 1985).

E durante la sua carriera, ha sostenuto l’accusa in processi importanti. Processi legati al malaffare ed alla criminalità organizzata. Oltre al terrorismo. Inoltre, ha avuto un ruolo fondamentale in altre inchieste. Quella sull’omicidio di Giorgio Ambrosoli, e la Strage di piazza della Loggia. E sulla morte di Michele Sindona. Infine, è andato anticipatamente in pensione.

Inoltre, nel 2009 ha pubblicato per Garzanti “Il caffè di Sindona“. Un saggio focalizzato sulla vita e la morte del banchiere. Descrivendolo attraverso gli atti giudiziari. Successivamente si è dedicato a libri gialli. i quali facevano parte di due serie.

Pertanto, una è stata ambientata a Brescia. Protagonisti il commissario Miceli ed il giudice Petri. E l’altra situata a Milano (Le indagini di Andrea Lucchesi). In quest’ultima veniva messo in evidenza l’Ispettore dalla pelle nera. (figlio di un toscano e madre eritrea). Il suo primo romanzo è intitolato “Piazza San Sepolcro”. E’ arrivato alla finale del “Premio Fedeli“. Entrambe le serie hanno avuto un discreto successo. Infatti, si contano oltre centomila copie vendute nell’arco dei primi undici libri.

b) Massimo Tedeschi

Massimo Tedeschi è uno degli scrittori lombardi contemporanei. Ha visto la luce a Rezzato (Brescia) il 19 ottobre 1958. E’ sposato con Maria Paola Pasini. Una giornalista dottoressa in Economia. Ed è padre di Bianca Maria. Che è laureata magistrale ed in Ingegneria ambientale.

Quindi, Massimo ha frequentato il liceo classico “Arnaldo” di Brescia. Concludendo con 60/60 i suoi studi classici, nel 1977. Si è poi laureato in Filosofia nel 1982. Presso l’Università statale di Milano. Con la tesi “La medicina ed il dibattito su magia e stregoneria nel Seicento. Il contributo delle Quaestiones madico-legales di Paolo Zacchia“.

Inoltre, durante gli anni universitari iniziò una collaborazione. Lavorando con il giornale “Bresciaoggi” come giornalista. Nel novembre 1983 è entrato nel rinnovato staff redazionale di tale quotidiano. Ed ha ricevuto il titolo di giornalista professionista il 13 gennaio ’86.

Ancora, il 2 giugno 2013, il presidente della Repubblica gli ha conferito una onorificenza. Quella di Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Dal 2015 è socio dell’Ateneo di scienze lettere e arti di Brescia. A partire dal 2016 è socio dell’Ateneo di Salò. Dal 2017 è presidente della AAb. (Associazione Artisti bresciani).

c) Angelo Canossi

Angelo Canossi (1862-1943) è stato uno dei poeti e scrittori lombardi. Ed anche un viaggiatore. Gli fu conferito il titolo di “Poeta della brescianità“. Dopo le scuole primarie ed il ginnasio, scelse di frequentare il liceo. E cercò poi di iscriversi all’Istituto Superiore di Letteratura a Firenze.

Tuttavia, non arrivò alla laurea. Nel 1882 andò all’Università della Sorbona di Parigi. In più, percorse mezza Europa nelle sue peregrinazioni. In cui si occupò della redazione di splendidi servizi giornalistici. Nel 1884 rientrò a Brescia. Qui si concentrò sulla redazione del quotidiano “La Sentinella Bresciana“. Fondò poi “Il Guasco“, un quindicinale umoristico. Che successivamente divenne un periodico informativo.

Inoltre diede vita alle riviste “L’Illustrazione bresciana” e “Brixia“. Pur non mantenendone la direzione per lungo tempo. La sua opera riuscì ad avere un grande successo. Nonostante questo, il suo nome non riempì le cronache. A causa dell’inaccessibilità della lingua bresciana. Nel 1936 da Brescia si trasferì definitivamente a Bovegno, in alta Valle Trompia. Ivi era solito soggiornare nei periodi estivi.

Per concludere, qui trascorse gli ultimi anni della sua vita.Prima ospit della “Cà del mai“. Cioè la casa del maglio. E successivamente della “Cà de le bàchere” (i ciclamini in bresciano). Quest’ultima fu dichiarata monumento di interesse locale. È sepolto nel cimitero di Bovegno, in una cappella a lui dedicata. Le sue poesie dialettali sono raccolte e pubblicate in “Melodia e Congedo“. Volume riproposto in bella veste tipografica da Aldo Cibaldi, per l’Istituzione della Memoria ‘A. Canossi’ di Bovegno.

d) Albertano da Brescia

Incontriamo adesso uno degli scrittori lombardi del Medioevo. Albertano da Brescia (XII secolo–dopo il 1253). E’ stato un noto giurista e scrittore italiano. Non molto è stato documentato sulla sua vita.

Tuttavia, fu membro del Collegio dei Causidici di Brescia. Una corporazione formatasi attorno a principi guelfi. Si pensa che abbia studiato dall’Università di Bologna, intorno al 1220. Successivamente, fu influenzato dal movimento francescano. Realizzò trattati sia religiosi che civili, ad esso ispirati. Durante l’assedio di Federico II nel 1238, Albertano prese le parti della resistenza bresciana. Essendo il comandante della difesa di Gavardo.

Di conseguenza, presidiò il suddetto paese finché non lo fece arrendere a Federico II. Quindi fu fatto prigioniero. E messo in carcere a Cremona per pochi mesi, prima di venir liberato. In carcere scrisse il trattato “De amore et dilectione Dei et proximi“. Fu la sua prima opera di filosofia. Ed egli la dedicò ai suoi tre figli. Vincenzo, Stefano e Giovanni. Liberato, ritornò a Brescia.

In seguito, nel 1243 si recò a Genova come “assessor“. Cioè consulente legale del podestà Emmanuele Maggi, bresciano. Non si hanno più notizie documentate su di lui dopo il 1253. I suoi trattati sono una mescolanza di sacro e profano, come già detto. Vi sono dettami etici espressi in testi biblici. Ed anche opere degli autori latini. Il tutto impregnato di pensiero francescano. Furono tradotti in volgare lombardo a partire dal 1268. E se ne occupò Andrea da Grosseto. Dopo una decina d’anni vennero completati da Soffredi del Grazia.

Vediamo adesso gli scrittori di Como.

3 – Scrittori di Como

Gli scrittori lombardi di Como sono famosi per il loro stile colto ma lineare. Nei loro testi possiamo trovare alcune pagine molto belle. Le più belle, nell’elenco degli scrittori lombardi. Città antichissima Como. Fondata da una stirpe pre-romana, gli Orobi.

La sua cattedrale possiede una particolarità unica. Le due statue di Plinio il Vecchio e del nipote Plinio il Giovane. Che occupano il posto d’onore. Seppur pagani, i loro grandissimi meriti nelle scienze valsero loro tale onore. Gli autori lombardi di Como, in epoca antica e medioevale, si occuparono principalmente di alcune materie. Religione, atti giuridici e novelle. Oltre a sonetti, sia in italiano che bergamasco. Di loro conosciamo poco.

Di conseguenza, ci occupiamo dei tempi moderni. Menzionando Massimo Bontempelli e Giuseppe Guin. Bontempelli, classe 1878, fu saggista e scrittore lombardo. Esponente del Surrealismo, che egli chiamò “realismo magico“. Giuseppe Guin è lo scrittore del popolo. Abile nel generare tensione e quindi, gli inevitabili colpi di scena.

Poi Vittorio Nessi e Giorgio Albonico. Nessi è un magistrato con la passione dei “legal thriller“. Ha scritto 5 romanzi. Oltre ad aver vinto il “Premio Letterario Rotary Bormio Contea” nel 2020. Giorgio Albonico, un altro degli scrittori lombardi contemporanei. Esercita la professione di medico ed è anche autore di libri. Ha creato il concorso letterario “Premio Città di Como“. Lui stesso ne cura ogni anno l’organizzazione.

a) Alessandro Volta

Siamo di fronte ad uno dei più importanti scrittori lombardi. Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta (1745–1827). Egli è stato anche fisico e chimico. Ed inventore della pila. Oltre ad aver scoperto il gas metano. Fu figlio di don Filippo Volta e donna Maddalena dei conti Inzaghi.

In seguito, compie studi retorici-filosofici presso i gesuiti (1758). Tre anni dopo sceglie Il Regio Seminario Benzi di Como. Qui termina la sua istruzione. Ed entra in amicizia con il canonico Giulio Cesare Gattoni. Questi ne incoraggia la vocazione scientifica. Addirittura gli “presta” il suo laboratorio di scienze naturali. Quindi i genitori devono rinunciare ad un progetto preciso. Fare di lui un sacerdote.

Tuttavia egli ebbe sempre una forte fede cristiana. Andava a messa ogni giorno. E fece anche il catechista per molti anni. Nel 1794 sposa la nobile comasca Maria Teresa Peregrini. Ne avrà tre figli. Zanino, Flaminio e Luigi Tobia. Tale matrimonio seguì la fine di un’altra relazione. Quella con la cantante romana Marianna Paris. Tanto i genitori che il ministro austriaco vi si opponevano.

Successivamente, rientrano in Lombardia dopo la parentesi napoleonica (1799). Qui trovano l’Università soppressa. E molti insegnanti licenziati. Se non addirittura esiliati od incarcerati. Per cui Volta rientra a Como. Qui arriva il “grande passo“. L’invenzione della pila (fine 1799). Invenzione che avviene nella sua casa di Lazzate, luogo di riposo ed esperimenti. Egli fu un autore lombardo, anche se non un romanziere. Infatti, scrisse innumerevoli opere riguardanti i suoi studi ed invenzioni.

b) Plinio Il Vecchio

Ecco uno degli scrittori lombardi dell’antichità. Cioè Caio Plinio Secondo. Conosciuto come “Plinio il Vecchio“. (23-79 d.C.). Egli fu anche filosofo e naturalista. Governatore e capo militare. Fu anche un uomo di grandissima curiosità.

Inoltre, scrisse davvero tanto. Purtroppo quasi tutta la sua intera opera è andata persa. A parte pochi passi. Ricordiamo “De iaculatone equestri” e “De vita Pomponii Secundi“. “Bellorum Germaniae” libri XX. Gli Studiosi libri III. (manuale di retorica). “Dubii sermonis” libri VII e “A fine Aufidii Bassi” libri XXXI. Solo un’opera ci è giunta. Fortunatamente, è il suo capolavoro. La “Naturalis historia“.

Oltretutto, fu un enorme lavoro enciclopedico in 37 volumi. Argomenti trattati sono geografia ed antropologia. Botanica e medicina. Mineralogia e siderurgia. Storia dell’arte. Tale opera è stata letta e studiata nei secoli. In particolare nel Medioevo e nel Rinascimento. A tutt’oggi rappresenta comunque una testimonianza fondamentale. Su cosa? Sulle conoscenze scientifiche dell’antichità.

In aggiunta, questo, è uno dei migliori scrittori lombardi. E deve la sua fama anche alla sua morte! E toccò al nipote, “Plinio Il Giovane“, testimoniarcela. Dunque Plinio il vecchio comandava la flotta romana di stanza a Capo Miseno. Proprio nel momento della famosa eruzione del Vesuvio. Egli volle soccorrere Rectina. Una sua amica. Oltre agli abitanti di Stabia. Purtroppo non riuscì ad uscire dal porto. E morì per i gas del vulcano.

c) Massimo Bontempelli

Massimo Bontempelli, (1878-1960), è stato uno degli scrittori lombardi. Ed anche saggista. Insieme ad Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, ha rappresentato una particolarità. All’interno dell’arte italiana ha dato la possibilità di apprendere dai surrealismi. Generando il cosiddetto “realismo magico“.

Nasce a Como da Alfonso e Maria Cislaghi. Il padre è ingegnere delle Ferrovie dello Stato. Massimo frequenta il R. Liceo Ginnasio “Giuseppe Parini” di Milano. E nel 1897 consegue la maturità ad Alessandria. Ha frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. Fu studente di Arturo Graf e Giuseppe Fraccaroli.

In seguito, ottenne la laurea in Filosofia nel 1902. Dopo aver discusso una tesi sul libero arbitrio. E poi venendo insignito del titolo in Lettere. Grazie ad un lavoro inerente le origini dell’endecasillabo. Ottenne un incarico per gli istituti scolastici di secondo grado. Iniziando ad insegnare Lettere, prima a Cherasco. E poi nella sua città d’origine, Ancona.

Oltre a ciò, nel 1909 Giuseppe si unì in matrimonio con Amelia Della Pergola (1886-1977). Dalla loro unione nacque una figlia, che purtroppo morì pochi mesi dopo. Ed un figlio di nome Massimo (1911-1962). Fu molto convinto della dottrina fascista. L’autore lombardo Bontempelli cosa vedeva in esso? Il metodo più opportuno, per far sorgere una civiltà moderna nel nostro Paese. Per questo motivo era stato nominato Accademico d’Italia il 23 ottobre 1930. E non si sarebbe mai curato di abbandonarlo.

Conosciamo adesso gli scrittori di Cremona.

4 – Scrittori di Cremona

a) Sandrone Dazieri

Sandro Dazieri, conosciuto anche come “Sandrone“, è uno degli scrittori lombardi di Cremona. Inoltre è attivo in diversi campi come la sceneggiatura, il giornalismo e l’attivismo. Nato il 4 novembre 1964, Dazieri ha frequentato il collegio della scuola alberghiera di San Pellegrino Terme, dove si è specializzato come cuoco.

Tuttavia, nonostante la sua carriera culinaria, non ha mai perso la passione per la lettura di generi narrativi come il giallo, l’horror, la fantascienza e lo spionaggio, e per i fumetti. Ha iniziato a scrivere come studente, scrivendo reportage comici per il “giornalino” scolastico, e tentando di pubblicare racconti horror in varie riviste.

Dopo aver conseguito la maturità professionale, lo scrittore lombardo Dazieri si è trasferito a Milano per studiare scienze politiche, ed ha iniziato la sua carriera come correttore di bozze. Successivamente, ha lavorato come giornalista pubblicista, specializzandosi in controculture e narrativa di genere per il quotidiano il manifesto.

Nel 1999, la Arnoldo Mondadori Editore gli ha offerto l’opportunità di dirigere i “Gialli Mondadori” e l’intero reparto dei libri per edicola, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo Attenti al Gorilla. Il romanziere lombardo Dazieri è coniugato, segue una dieta vegetariana ed è promotore per la pace. I suoi libri sono stati tradotti in venti paesi diversi.

b) Corrado Staiano

Corrado Stajano è un personaggio versatile e poliedrico, famoso tra gli scrittori lombardi, nato a Cremona il 24 settembre 1930. È noto anche come giornalista, sceneggiatore, regista e politico.

Dopo essersi laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano, ha collaborato con numerose riviste tra cui “Il Mondo” di Mario Pannunzio, “Tempo illustrato“, “Panorama“, “Il Giorno” ed “Il Messaggero” in diversi ruoli.

Inoltre, questo autore lombardo ha lavorato per lungo tempo come articolista ed inviato presso il “Corriere della Sera“, ed ha tenuto una rubrica sull'”Unità“. Ha anche collaborato con la Rai come produttore di documentari televisivi su temi politici, sociali e culturali, in particolare insieme ad Ermanno Olmi.

Tra le opere realizzate, ricordiamo “In nome del popolo italiano“, “Le radici della libertà” e “Nascita di una formazione partigiana“. Inoltre, ha lavorato alla realizzazione di documentari come “La repubblica di Salò” e “La forza della democrazia“. Nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro, tra cui il Premio “Andrea Barbato” nel 2014 e un premio speciale alla carriera dalla Fondazione Il Campiello nel 2022.

c) Giuseppe Andreoli

Parliamo adesso di uno, tra gli scrittori lombardi, che è anche medico. Giuseppe Andreoli, dopo aver completato gli studi di Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II“, è diventato professore di anatomia patologica presso la stessa università.

Ha iniziato a partecipare alla politica attiva sin dalla giovane età, affiliandosi alla Democrazia Cristiana e venendo eletto deputato per la prima volta nell’VIII Legislatura nel giugno 1979. All’inizio della sua carriera politica, ha appoggiato i progetti di legge degli altri deputati, ma in seguito ha presentato il suo primo disegno di legge il 7 febbraio 1980 ,riguardante l’istituzione dei magistrati “tributari“.

Lo scrittore lombardo Andreoli ha continuato ad essere eletto deputato per la IX Legislatura (1983-1987) e poi per la X (1987-1992), partecipando attivamente a 366 progetti di legge, di cui 28 come primo firmatario, e 211 atti di indirizzo e controllo, oltre a 57 interventi. Dei progetti di legge che ha presentato, ben 42 sono diventati leggi effettive.

Durante il suo mandato, si è concentrato su temi come il ruolo della magistratura tributaria, l’ordinamento degli studi universitari (in particolare la creazione della “Seconda università degli Studi di Napoli” e di altre università campane), e la formazione nelle Forze Armate, in particolare l’organizzazione e il ruolo delle scuole militari. Oltre alla sua carriera politica, ha scritto diverse opere di carattere medico e giuridico.

d) D’Arco Silvio Avalle

Silvio Avalle D’Arco è stato uno dei famosi scrittori lombardi, critico letterario, filologo e semiotico italiano. Nato a Cremona il 3 giugno del 1920 e morto a Firenze il 9 gennaio del 2002.

La sua ricerca si è concentrata principalmente sulla letteratura italiana, dalle sue origini fino alla letteratura medievale “romanza“, con un particolare interesse per la letteratura medievale occitana. Inoltre, ha esteso la sua ricerca alla critica letteraria e alla semiotica.

Dopo aver frequentato il Collegio “Ghislieri” di Pavia, ha iniziato a studiare la letteratura italiana contemporanea, conseguendo la laurea nel 1942. Durante la guerra, ha prestato servizio come pilota nell’aeronautica militare italiana e, dopo l’8 settembre, è stato internato in Svizzera, dove è diventato assistente di letteratura italiana presso l’Università di Ginevra dal 1943 al 1945.

Nel 1949, questo scrittore lombardo ha vinto il concorso per diventare insegnante di liceo, e nel 1954 si è trasferito negli Stati Uniti come “professore ospite“. Poi, nel 1958, è stato nominato professore di Storia della Poesia per la Musica nel Medioevo presso la Scuola di Paleografia Musicale di Cremona.

Nel 1962, ha iniziato ad insegnare “Filologia Romanza” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Dal 1969 al 1974, è stato titolare della cattedra e ha fondato, allo stesso tempo, quella di Semiologia. Ha anche dato un notevole contributo nel campo dell’editoria: è stato tra i fondatori della rivista Strumenti critici insieme a Maria Corti, Dante Isella e Cesare Segre nel 1966, oltre ad essere co-direttore della rivista Medioevo Romanzo.

5 – Scrittori di Lecco

Ognuno dei molti scrittori lombardi sa che Lecco è lo sfondo a “I promessi sposi“. Opera celeberrima di Alessandro Manzoni. Il territorio fu abitato dai Celti dal X al IV secolo a. C. Lecco gode di un paesaggio incantevole. Nel suo stesso nome sta la ragione di tanta bellezza. Infatti “Lecco” è vocabolo di origine celtica, e significa “lago“.

Gli autori lombardi di questa provincia, anticamente scrivevano nel vernacolo locale. Si tratta di una forma denominata anche “dialetto insubre”. E che appartiene al ceppo gallo-italico. In età moderna sono stati molti i romanzieri ed anche i poeti lombardi di Lecco. Ad esempio, Antonio Ghislanzoni. Il quale fu sì librettista, ma anche scrittore e poeta. Sue opere più famose i “Racconti” del 1884, e le poesie del “Libro proibito” del 1878.

Antonio Stoppani, nato Narciso Carl’Antonio Stoppani. Il quale fece davvero tante cose. Mentre faceva il prete, si occupava di geologia e paleontologia. Fu professore universitario e patriota. Ovviamente anche scrittore lombardo! Pubblicando testi di geologia e sulla nazione italiana. Visse nel XIX secolo. Alberto Manzi, un altro librettista e autore lombardo. Anch’egli visse nel 1800. Avrebbe dovuto diventare medico, ma fu più forte la passione per le lettere.

Alfredo Chiappori. Personaggio complesso, recentemente scomparso. Infatti fu un disegnatore ed anche un romanziere lombardo. Vinse il “Premio Dessì speciale della Giuria” nel 1997. Alcuni suoi libri più attuali furono i seguenti. “La breva. Storie di lago“, “Il mistero del Lucy Fair“, e “Franco destino. Un’infanzia d’artista“.

a) Carlo Mauri

Carlo Mauri (1930-1982) era uno dei numerosi scrittori lombardi. Ma aveva una grande passione per l’alpinismo e l’esplorazione. Era membro del club alpinistico “Gruppo Ragni Grignetta” di Lecco. Compie le sue prime imprese sulle Alpi. Tra le quali la prima invernale della via Cassin. Parete nord della Cima OvestTdi Lavaredo. (1953 E la prima solitaria della via della “Poire“. Versante della Brenva del Monte Bianco (1959).

In seguito, prese parte a parecchie spedizioni. La cima del Monte Sarmiento nella “Terra del Fuoco” (1956). Organizzazione di Alberto Maria de Agostini. Nel 1958 con Riccardo Cassin sulla cima del Gasherbrum IV. Nel 1969-70 con Thor Heyerdahl. Qui si imbarcò sul RA, un imbarcazione interamente costruita in papiro. Con la quale ha attraversato l’Oceano Atlantico.

Oltre a questo, ha preso parte a molte esplorazioni in giro per il mondo. Ad esempio, la rievocazione a cavallo della “Via della seta“, da Venezia a Pechino. Viaggio compiuto con il figlio quattordicenne Luca. (1972-73). Il percorso seguì le indicazioni de “Il Milione“. Ancora, in Patagonia e Rio delle Amazzoni. In questi due siti realizzò molti documentari e servizi giornalistici. Anche per la RAI. Poi la spedizione del Tigris (1977), sempre con Thor Heyerdahl. È morto all’improvviso per attacco cardiaco, mentre scalava la via ferrata del Pizzo d’Erna.

Egli scrisse il libro “Quando il rischio è vita” (1975), nel quale racconta le sue esperienze.

b) Antonio Stoppani

In un elenco dei migliori scrittori lombardi non poteva mancare Antonio Stoppani. Battezzato Narciso Carl’Antonio (1824-1891). La famiglia era molto numerosa (quindici o sedici nati). Il padre Giovanni Maria produceva cioccolata e candele. La madre si chiamava Lucia Pecoroni.

Per iniziare, il piccolo Antonio diventa seminarista a undici anni. Entra infatti nel seminario arcivescovile di Milano. Qui studia la grammatica. In seguito passa al seminario di San Pietro Martire a Seveso (1840). Luogo ove approfondisce la propria istruzione con la retorica. Poi si trasferisce a Monza per gli studi filosofici. E per la teologia a Milano.

Oltre a questo, fu uomo dai molti e diversi interessi. Paleontologia e geologia. Sacerdozio e patriottismo. Fautore del liberalismo, collaborò efficacemente sul campo durante il Risorgimento. Sosteneva ardentemente anche un accordo tra Chiesa e Stato. Lo scrittore lombardo Stoppani scrisse molto, sia testi di scienza che di divulgazione. Gli esperti lo ritengono personaggio fondamentale.

Di conseguenza, la geologia e la paleontologia. Così come la glaciologia e la paleotnologia, devono molto a Stoppani. Il suo “Il Bel Paese” (1876), è un’opera divulgativa molto nota. Addirittura fu a lungo molto apprezzata. Oltre a questo, per diverso tempo fu un testo divulgativo famoso. Primato che condivise con “Cuore” di De Amicis e “Le avventure di Pinocchio” di Collodi. Per concludere, ebbe moltissimi riconoscimenti ed onorificenze. Oltre a parecchi monumenti e statue.

c) Antonio Ghislanzoni

Eccoci ad Antonio Ghislanzoni (1824-1893), un altro degli scrittori lombardi. Fu anche poeta ed autore di libretti. Il padre lo voleva sacerdote, ma non ebbe successo. Il giovane Antonio infatti venne espulso dal seminario. Motivo, la mancanza di rispetto. Oltre al fastidio per la severa disciplina. Da lì nacque il suo anticlericalismo, un pilastro delle sue idee.Quindi,

Quindi, terminò il liceo e volle iscriversi a medicina. Ma si accorse della propria bella voce. E si diede allo studio del canto. In seguito si aggregò al teatro di Lodi, nel ruolo di primo baritono. (1846). Smise presto, a favore della letteratura. Ghislanzoni è famoso specialmente per il libretto di “Aida” di Giuseppe Verdi. Anche se fece diverse revisioni di altre opere.

Infatti, il giornale “Cosmorama Pittorico” di Milano pubblicò il suo primo articolo. Ed il suo primo scritto da romanziere lombardo. Cioè “Gli artisti da teatro“. Che è un racconto delle sue imprese. Sosteneva le idee mazziniane, e questo lo obbligò alla fuga. Riparò in Svizzera. Comunque la polizia francese riuscì a catturarlo. Venne deportato in Corsica. Si unì poi ad un gruppo di artisti ed intellettuali “scapigliati“.

Tuttavia, ciò poté avvenire solo all’indomani della Seconda guerra per l’indipendenza. (1859). Ghislanzoni fu un autore lombardo molto “fertile“. Scrisse infatti più di sessanta libretti. Fu uno dei primi scrittori di fantascienza italiani. Ed anche apocalittici, con “Abrakadabra – Storia dell’Avvenire“. Poi “Ricordi artistici“, sul pianista Adolfo Fumagalli. Quindi “La Casa di Verdi A Sant’Agata“. E molti racconti di fantascienza umoristica.

Incontriamo adesso gli scrittori di Lodi.

6 – Scrittori di Lodi

La lista di scrittori lombardi si arricchisce con quelli di Lodi. Lodi. Quando un imperatore distrugge una città per costruirne un’altra. Nel 1158 Federico Barbarossa fa radere al suolo “Laus Pompeia“, antico municipio romano. E fa erigere Lodi. La quale è cresciuta molto bene. Tanto da essere, oggi, sede del “Parco Tecnologico Padano“. Che è un importante istituto di ricerca per le bio-tecnologie agroalimentari.  

A Lodi sono nati alcuni dei migliori autori lombardi. Nel XV sec. Maffeo Vegio, scrittore umanista e cristiano. Francesco De Lemene. Librettista e scrittore del XVII sec. Poi il famoso Uguccione da Lodi. Antico poeta lombardo del XIII secolo. Angelo Lodi e Andrea Maietti. Il primo scrittore del tema della morte. Oltre che della “solitudine esistenziale“. Che niente e nessuno può riempire. Per citare alcune delle sue ultime opere, nominiamo “Mario Nimega – storia di un amore“. Poi “La ragazza e il cardinale” e “Viaggio in Italia e altri racconti“.

Andrea Maietti è uno scrittore lombardo e giornalista. E’ anche insegnante di inglese. Ha firmato molti saggi sportivi. Inoltre, anche diversi romanzi. Nel 1997 ha vinto il “Premio Bancarella Sport” per il libro “La lepre sotto la luna“. Come sempre, a parlare dei migliori scrittori della Lombardia, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Anche Lodi e la sua provincia non vengono meno a questa affermazione. Questi citati sono solo un accenno degli innumerevoli altri. Tutti letterati di qualità.

a) Maffeo Vegio

Maffeo Vegio fu un umanista ed uno degli scrittori lombardi (1407-1458). Nacque come figlio di Belloria e Caterina de Lanteri. A vent’anni, effettuò i primi esami di retorica a Milano. Venne affascinato dalle parole di Bernardino da Siena. Ne ammirò moltissimo l’eloquenza e la concezione evangelica.

In seguito, lo scrittore lombardo Vegio, intraprese gli studi di giurisprudenza presso lo “Studium” di Pavia. (1421-1423). Strinse amicizia con luminari dell’Umanesimo del primo Quattrocento. Come Antonio Beccadelli (detto “Panormita“) e Pier Candido Decembrio. E Lorenzo Valla. In particolare, Valla lo scelse come protagonista del suo dialogo sulla natura del vero bene. (“De vero bono”). Nel 1435 si trova al servizio del vescovo di Traù Ludovico Trevisan.

Oltretto, il vescovo lo avvicina a papa Eugenio IV. L’umanista lodigiano assiste agli eventi del Concilio di Firenze (1439). Con il favore del pontefice, inizia il suo “cursus honorum” curiale. Diventa abbreviatore apostolico e datario (1441). Dal 1443 egli ottiene il canonicato presso la basilica di S. Pietro in Vaticano.

Inoltre, a Roma, l’umanesimo letterario di Vegio si rigenera. Grazie a cosa? Grazie al contributo di figure importanti come Enea Silvio Piccolomini. Il Vegio diede vita a una versione profondamente spirituale, del proprio umanesimo. Vicina alla dottrina della Chiesa insegnata da Sant’Agostino. E seguita con grande culto da parte dell’autore lombardo. Egli però non indosserà mai l’abito ecclesiastico. Dopo la morte, Maffeo Vegio è stato sepolto nella Basilica di S. Agostino a Roma.

b) Agostino Bassi

Agostino Bassi (1773-1856) è stato un illustre scienziato italiano. Ed uno degli scrittori lombardi. Fu un pioniere nella moderna batteriologia. Nonché naturalista e botanico. Rosa Sommariva ed Onorato Bassi diedero alla luce due figli gemelli. Giovanni Francesco ed Agostino. Nonostante la sua attrazione verso la biologia, Agostino dovette rinunciare. Le volontà del padre erano diverse. Doveva occuparsi della proprietà di famiglia, e divenire un funzionario asburgico.

Di conseguenza, decise di laurearsi in giurisprudenza. Ma comunque portò avanti i suoi interessi reali. Cioè medicina e biologia. E patologia sia animale che umana. Alle quali fornì grandiosi contributi. Agostino Bassi frequentò giurisprudenza all’università di Pavia, come convittore del Collegio “Ghislieri“.

Tuttavia, seguì anche lezioni di fisica e chimica. Ed anche di medicina. Fece poi una lunghissima ricerca sulla moscardinia (1807-1835). Era questa una malattia che colpiva il baco da seta. Nel 1835 fece una scoperta. Cioè che era provocata da un piccolissimo parassita. Trasmissibile per contatto, ed attraverso alimenti contaminati. Questo fu un punto di partenza. Bassi sostenne che cosa? Che tutte le malattie infettive, vegetali ed animali, avrebbero un’unica origine. Cioè agenti patogeni. Come spiegò nel suo trattato intitolato “Del contagio in generale” (1844). Anticipando così la teoria del contagio.

c) Franchino Gaffurio

Franchino Gaffurio (1451-1522), fu un altro degli scrittori lombardi. Uomo di grande cultura, e noto teorico musicale. Ed anche compositore italiano e cantore. Insegnante ed amministratore di professione.

Infatti, nella biografia di Pantaleone Malegolo, si leggono dettagli sulla sua vita. I genitori erano Bettino ‘di Almenno‘ e Caterina Fissiraga. Fin da bambino fu avviato alla carriera ecclesiastica. Abitando presso il monastero di San Pietro in Lodi Vecchio. Dal quale uscì nel 1473. Successivamente, ottenne l’ordinazione sacerdotale nel tardo 1473 o 1474. Essendo in carica il vescovo umanista Carlo Pallavicino.

In aggiunta a questo, nel 1477 gli giunse un invito. Prospero Adorno, il doge di Genova, gli chiese di raggiungerlo in quella città. Dopo aver insegnato per un anno, seguì Adorno in esilio a Napoli (1478). Lì si dedicò alla musica speculativa. E portò avanti discussioni teoriche con Johannes Tinctoris. Il quale era un noto compositore fiammingo. Nonché con altri intellettuali.

Oltretutto, la sua prima pubblicazione di rilievo venne stampata durante questo periodo. Ed era intitolata “Theoricum opus musicae disciplinae“. Dalla prima giovinezza, Gaffurio fu un esempio. Un esempio di umanista, versato in numerose arti e discipline. Cosa che si rifletté anche nei suoi contributi più celebri. Le opere “Theorica musicae” e “Practica musicae“. Egli raccolse testi di autori sia noti che sconosciuti. Questo gli valse una cultura ampia e variegata, attraverso la loro lettura ed interpretazione.

Passiamo adesso agli scrittori di Mantova.

7 – Scrittori di Mantova

Continuando a fare l’elenco di scrittori lombardi, eccoci a Mantova. Bellissima città, ricca in opere d’arte e architettura. Questa non solo civile, ma anche militare e religiosa. Una città da visitare. D’altronde, tutta la Lombardia lo merita. Mantova fu sicuramente abitata dagli Etruschi. Poi dai Celti. E ovviamente seguirono i Romani!

Gli autori lombardi di Mantova hanno un illustre antenato. Il poeta latino Virgilio nacque qui. Dante Alighieri lo scelse come compagno nel suo viaggio attraverso l’Inferno ed il Purgatorio. Nome completo Publio Virgilio Marone. Scrisse alcune delle opere più celebri ed autorevoli del suo tempo. Le “Bucoliche“, le “Georgiche” e l'”Eneide“. Dotato di un grandissimo senso dell’arte, si fece l’interprete più compiuto e sincero del suo tempo.

Poi Bonamente Aliprandi e Marco Antonio Antimaco. Vissuti tra 1300 e 1500. Sordello da Goito, che fu un poeta, trovatore e giullare. Visse nel XIII secolo. Umberto Artioli e Stefano Scansani. Entrambi contemporanei. Il primo autore storico. Il secondo giornalista e scrittore. Molto versatile. Scrive di storia ed arte. Archeologia ed animali fantastici. Gastronomia e storia dell’alimentazione.

a) Sordello da Goito

Sordello da Goito ( XIII secolo-1269), è stato un poeta ed uno scrittore lombardo. Un trovatore ed un giullare. Fu nobile lombardo di nascita. Ed uno dei poeti lombardi più importanti della storia italiana. Nelle sue opere adottò la lingua “d’oc“, che suggerì ai suoi figli. Era originario di Corte Sereno, e aveva un padre militare al Castello di Goito.

Quindi, il suo più antico componimento fu uno scambio di strofe in provenzale. Fra lui ed Aimeric de Peguilhan. ebbe un’esperienza a Ferrara tra il 1220 e il 1221. Poi si trasferì a Verona, presso il conte Riccardo di Sambonifacio. Qui fece la conoscenza di Rambertino Buvalelli che gli insegnò i rudimenti dell’arte poetica. Tra il 1225 e il 1230 compose alcuni “partimens” insieme a Guilhem de la Tor. Nei quali illustrava le idee dell’amor “cortese“.

Inoltre, aveva nel frattempo sposato Otta degli Strasso. Una nobildonna di Ceneda. Rimane di lui una collezione di 42 liriche. Sui più svariati argomenti. Tra cui spiccano sia quelle dedicate all’amore, che quelle dal taglio politico. Sordello da Goito, autore lombardo, ebbe un grande onore. Fu raffigurato da Dante Alighieri nei canti VI, VII e VIII del Purgatorio.

b) Roberto Colaninno

L’uomo d’affari Roberto Colaninno è anche uno degli scrittori lombardi. E’ nato a Mantova il 16 agosto 1943. Ed è anche un famoso dirigente d’azienda.

Comunque la sua famiglia è di origini pugliesi. Per l’esattezza, proviene da Acquaviva delle Fonti. Inoltre, Roberto Colaninno è coniugato ed ha due figli. I quali sono imprenditori famosi. Il maggiore, Matteo, è un politico. E’ entrato a far parte del Partito Democratico. In un secondo momento, anche di Italia Viva. Dal 2008 è un deputato.

In aggiunta, il secondo figlio Michele, è l’amministratore delegato, e direttore generale di “IMMSI“. La quale è la finanziaria di famiglia. Colaninno è ragioniere. Al momento ha la presidenza di IMMSI e della Piaggio. Oltre a questo, fa parte del consiglio di amministrazione di Alitalia. Nella veste di autore lombardo ha pubblicato il libro “Primo tempo. Olivetti, Telecom, Piaggio: una storia privata di 10 anni di capitalismo italiano“.

c) Pietro Pomponazzi

Uno degli scrittori lombardi antichi è Pietro Pomponazzi. Noto anche come “Peretto Mantovano“. Fu un filosofo ed umanista italiano. Nacque a Mantova il 16 settembre 1462, da una ricca famiglia. E morì a Bologna il 18 maggio 1525.

Inizialmente, ebbe la cattedra di filosofia all’Università di Padova. Scrisse un importante saggio, “De maximo et minimo“, contestatore delle teorie di Guglielmo Heytesbury. Lavorò a Ferrara e Mantova. Nel 1512 passò all’Università di Bologna. Qui pubblicò le sue opere maggiori. Tra cui “De fato“, e “De naturalium effectuum causis sive de incantationibus“. Ed anche valutazioni sulle opere di Aristotele.

Oltretutto, in contemporanea redasse anche il “Tractatus de immortalitate animae“. Ciò gli procurò parecchie contestazioni, ed anche condanne. Egli infatti osò sostenere l’impossibilità di una dimostrazione. Dimostrare cosa? L’immortalità dell’anima, in base al ragionamento logico. . Quale è il pensiero dell’autore lombardo Pietro Pomponazzi? Niente avviene per caso. Tutto ha una causa naturale ben precisa. I politici e le classi più elevate tengono il popolo in stato di timore. Come? Approfittando dell’ignoranza del suddetto popolo.

Di conseguenza, diventa semplice farsi passare per individui eccezionali. Addirittura, come unti del Signore. Pomponazzi amplia pertanto un’idea dell’universo “deterministica“. (cioè, nulla accade per caso). Egli è forzato da questa sua posizione. Forzato a non poter credere al libero arbitrio. In effetti, quest’ultima concezione è annullata dalla sua posizione. Per la quale tutto è già predisposto da forze superiori all’uomo. Forze comunque sia sempre naturali. Finì l’esistenza suicida. Questo è quello che testimoniò un suo allievo.

e) Ivanoe Bonomi

Ivanoe Bonomi, (1873-1951)era uno degli scrittori lombardi. Fu avvocato e giornalista. Ed anche politico italiano. Ivanoe Bonomi fu un personaggio di rilievo nel Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Egli nacque durante il “consolidamento” dell’Unità d’Italia. Appartenne alla seconda generazione di uomini politici italiani. Per cui, non poté partecipare al Risorgimento.

In seguito, entrò nel Partito Socialista, di cui divenne un membro importante. Si laureò in scienze naturali nel 1896. Ed in giurisprudenza nel 1900. Divenne insegnante, ma smise presto. (1898). Si dedicò a tempo pieno al giornalismo socialista, collaborando con diversi giornali socialisti. Ad esempio, “Avanti!” e “Critica Sociale“. “Tempo” e “Azione Socialista“. Durante la Grande Guerra (1914-1918), sostenne la posizione dell’intervento “democratico“.

Addirittura, partì volontariamente per il campo di battaglia. In seguito, decise la cancellazione del corpo dei bersaglieri (1921). Motivo ne fu le gravissime perdite durante la guerra. Successivamente, si fece sostenitore del governo di Luigi Facta. Votò a favore del governo di Benito Mussolini. Poi, con l’inizio della dittatura fascista (1925) prese una decisione. Si allontanò dalla vita pubblica. E si concentrò sulla sua passione per la storia. Divenne il primo Presidente del Senato della Repubblica (1948). Incarico che mantenne fino alla morte.

f) Carlo D’Arco

Carlo d’Arco (1799-1872), era un esperto nella storia dell’arte. Nonché uno degli scrittori lombardi di storia e pittore. La sua era una antica famiglia aristocratica. Il padre, conte Francesco d’Arco, scriveva saggi economici. Sua madre era la contessa Amalia Sanvitali di Parma.

In seguito, la sua famiglia si trasferì a Milano (1816). Qui Carlo studiò pittura e storia dell’arte. Poi si trasferì a Roma, dove approfondì queste materie. Durante questo periodo, diede vita ai suoi primi dipinti storici. Oltre a questo, rafforzò le sue qualità nell’illustrare e nel disegnare. In ogni caso, l’autore lombardo Carlo D’Arco lo si ricorda innanzi tutto per i suoi scritti storici. Tra questi la “Istoria della vita e delle opere di Giulio Pippi Romano“. E il “Delle arti e degli artefici di Mantova. Notizie raccolte ed illustrate con disegni e con monumenti“.

Quindi, egli divenne poi membro dell’Accademia delle Scienze di Torino. (1840). A dispetto dei propri impegni letterari, Carlo non tralasciò i suoi doveri civili. Ebbe infatti l’incarico di amministratore dell’Ospedale. Oltre a questo, fu anche membro del comitato per l’anagrafe, del Comune di Mantova. Tenne persino il ruolo di podestà di Mantova, nel terribile 1848. La sua città gli ha dedicato una piazza ed un istituto scolastico secondario.

g) Mauro Carbone

Mauro Carbone è uno degli scrittori lombardi filosofi (1956). Si è laureato nel 1980 in storia della filosofia contemporanea a Bologna. E’ un professore molto stimato. Insegna filosofia presso “L’Université Jean Moulin Lyon 3“.

In precedenza, ha insegnato presso l’Università degli Studi di Milano. Ivi ha introdotto il corso di “Estetica contemporanea“. Mauro Carbone, autore lombardo, è un distinto ed autorevole esperto. Ovviamente, in filosofia. Per essere precisi, nella filosofia di Merleau-Ponty.

Per concludere, ha fondato la rivista Chiasmi International nel 1999. Trattasi di un testo redatto in tre lingue. Il quale è dedicato alla filosofia dell’autore. Al tempo presente, il Professor Carbone sta concentrando i suoi studi. Su cosa? Sulle connessioni tra l’esperienza visiva contemporanea, e la filosofia attuale.

Dopo questa piccola lista di scrittori lombardi di Mantova, andiamo a Milano.

8 – Scrittori di Milano

Milano ed i suoi scrittori lombardi. Siamo davanti all’antica “Mediolanum” dei Romani. Il più importante centro economico e finanziario d’Italia. Costituendo, con Torino e Genova, il cosiddetto “Triangolo industriale“. Gli autori milanesi sono l’espressione di un modo di vivere veloce ma attento all’essenziale. Pratico e concreto.

Qui citeremo alcuni dei migliori scrittori lombardi di Milano. Partendo dall’età moderna. Essendo veramente sterminato il loro numero. Iniziamo da Carlo Porta. Tra i poeti lombardi, è il migliore in dialetto milanese. Visse tra Sette e Ottocento. Raggiunse livelli altissimi di poesia. Giuseppe Parini ed Emilio De Marchi. Parini visse nel XVIII secolo. E’ considerato uno dei principali esponenti di Illuminismo e Neoclassicismo lombardi e nazionali.

Invece De Marchi fu, oltre che scrittore lombardo, anche altro. Poeta e traduttore. Tutti gli esperti concordano nel definirlo uno dei maggiori narratori, tra gli anni 1850/1900. Famoso per le sue descrizioni di agricoltori e piccolo-borghesi

Ovviamente, non può mancare Alessandro Manzoni. Croce e delizia di generazioni di studenti. Autore dei “Promessi sposi” e poeta. Forse non tutti sanno che fu anche drammaturgo. Partì come “neoclassico” e lo fu fin verso il 1810. Dopodiché, divenne uno degli esponenti di spicco del Romanticismo. Egli ebbe il merito di trasformare alla radice la letteratura italiana. Addirittura anche la lingua letteraria.

Nostro contemporaneo Gianni Biondillo. Famoso per la serie di gialli “L’ispettore Ferrario“. Scrive anche racconti, libri per l’infanzia e molto altro.

a) Alessandro Manzoni

Alessandro Manzoni (1785-1873), è uno dei più grandi scrittori lombardi. Ed anche italiani. Fu anche poeta e drammaturgo. La famiglia della madre Giulia era di illustri antenati. Suo padre era il famoso Cesare Beccaria. Illuminista ed autore de “Dei delitti e delle pene“. Il padre Pietro invece in linea ufficiale era conte. Ma non poteva fregiarsi del titolo a Milano. In quanto il feudo gli era stato concesso “in terra straniera“.

Quindi, la sua fama immortale gli viene dal romanzo “I promessi sposi“. Il libro lo consacrò uno dei più grandi scrittori italiani di sempre. Con quest’opera, egli diede un enorme contributo alla letteratura nazionale. Fu “apripista” di un genere impegnato. Sia moralmente che socialmente. Grazie a lui, anche l’unità linguistica italiana, fece un grande passo in avanti.

Oltretutto da liberale divenne cattolico convinto, di fede profondissima. Marchiò a fuoco la storia del teatro. Infatti ruppe le tre “unità aristoteliche”. E cambiò anche la poesia. Promuovendo la nascita del “pluralismo vocale” (Inni Sacri). E della poesia civile.

Purtroppo, la vita privata di Manzoni fu problematica. Malattie ed anche diversi lutti familiari. Comunque, ebbe molte onorificenze e premi accademici e pubblici. Fu anche senatore del regno d’Italia. Questo, che è uno dei migliori scrittori lombardi, visse isolato. Tuttavia si mantenne in contatto con gli intellettuali francesi e Goethe. E con Antonio Rosmini e molti altri, tramite lettera. I suoi lavori letterari risentirono anche dell’influsso estero. Specialmente da Walter Scott per quanto riguarda il romanzo. E dalla nuova estetica britannica.

b) Filippo Tommaso Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) è stato uno dei migliori scrittori lombardi. Il suo nome è legato in particolare al “Futurismo“. Corrente letteraria d’avanguardia dell’arte italiana. Egli ne fu l’iniziatore. I suoi genitori, Enrico ed Amalia Grolli, non erano sposati. Grazie al patrimonio paterno, Filippo Tommaso poté avviare una sua attività prima culturale. E poi d’imprenditoria. Sappiamo che il padre era espansivo. Mentre la madre era tranquilla, dolce, e tollerante.

Inoltre, poco si sa di attendibile, della sua infanzia. Quello che è certo, è la sua frequentazione di un collegio gesuita francese. Denominato “St. François-Xavier“. Da subito ebbe una grandissima passione per la scrittura. Fondò infatti a 17 anni la rivista scolastica “Papyrus“. Tuttavia, i gesuiti lo minacciarono d’espulsione. Infatti, aveva portato a scuola i romanzi di Émile Zola. Romanzi considerati scandalosi.

Quindi i familiari lo mandarono a Parigi. Qui ottenne il “Baccalaureato“, nel 1893. Successivamente si iscrisse a legge, a Pavia. Studi effettuati con il fratello maggiore, Leone. Purtroppo, il fratello morì presto, e questo fu per lui un trauma terribile. Tanto da fargli smettere la carriera legale. E seguire la sua vera inclinazione per le lettere. Ormai non avrebbe mai cessato di scrivere. E di qualunque genere. Arrivò poi un altro momento difficile. La madre morì, nel 1902. Era stata proprio lei a stimolarlo nella sua passione letteraria.

c) Carlo Cattaneo

Carlo Cattaneo (1801-1869), fu uno degli scrittori lombardi più importanti. Ma rimase famoso per essere stato un patriota ed un filosofo. Un politico e linguista. Ed altro ancora. Nacque a Milano da Melchiorre, un gioielliere. E da Maria Antonia Sangiorgio. Quand’era bambino visse tra Milano e Casorate. Qui risiedevano i nonni paterni. E qui poté meglio esprimere l’amore per i libri. Per merito del prozio Giacomo Filippo.

Infatti, egli era sacerdote e possedeva una fornita biblioteca. Il padre morì nel 1825. Per cui il fratello maggiore, Filippo, assunse la gestione dell’oreficeria familiare. Sempre in quell’anno, lo scrittore lombardo Carlo Cattaneo incontrò la futura moglie. Si chiamava Anna Woodcock. Ed era una nobile di origini anglo-irlandesi.

Oltre a questo, egli ebbe un ruolo fondamentale all’interno delle famose “Cinque Giornate” di Milano (1848). Questo romanziere lombardo ebbe idee politiche ben precise. Concepiva l’idea di una “federazione” di stati italiani. Con una decisa impronta laica e libertaria. In seguito, si rivolse verso una visione operaio-socialista emergente. Il suo lascito politico è strettamente intrecciato ad un’idea di confederazione sul modello svizzero.

d) Carlo Porta

Carlo Porta (1775–1821) è stato uno dei maggiori scrittori lombardi. Ed anche il più importante poeta in milanese. Nacque a Milano da Giuseppe e Violante Gottieri. Ed era il più giovane di tre fratelli. Il padre era cassiere generale della tesoreria. La madre diede alla luce otto bambini. Dei quali sopravvissero solo i tre maschi.

Pertanto, studiò dai Barnabiti a Monza ed a Muggiò. Qui frequentò il loro Collegio estivo, fino al 1792. In seguito, studiò al Seminario di Milano. L’ambiente religioso apportò un’ottima base culturale. Tuttavia, gli instillò anche i germi di un forte anticlericalismo. Il quale venne espresso in molte delle sue opere.

E demerito del padre, fu non fargli completare gli studi. Egli infatti lo fece assumere nella pubblica amministrazione (1804). E Carlo mantenne poi questo impiego, per tutta la sua vita. Ma, contemporaneamente, si dedicò all’attività teatrale e poetica. Il poeta lombardo Carlo Porta visse il momento di splendore del Romanticismo. Egli stesso si dichiarò romantico.

Tuttavia, la sua idea di “popolo” non era propriamente romantica. Nelle sue opere, i popolani non sono mai idealizzati. Sia dal punto di vista sociale. Sia da quello patriottico. Non troviamo in questo autore lombardo un “pensiero positivo“, delle classi sociali più umili. E neanche una loro esaltazione a favore dell’emergente “nazionalismo italiano“. Aveva appena quarantacinque anni ed era nel pieno della fama, quando morì. Nella sua amata Milano, per un attacco di gotta.

e) Stefano Mauri

Un altro degli scrittori lombardi è Stefano Mauri. Si è laureato in lettere nel 1985. E è l’autore del libro ” Il libro in Italia: Geografia, produzione e consumo” (1987). Si tratta di una dettagliata analisi del mercato librario italiano. Fatta a livello territoriale.

Inoltre, egli occupa diverse posizioni di rilievo nell’ambito editoriale. Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. Presidente in alcune delle case editrici appartenenti al gruppo. Come “TEA” e “Pro Libro“. “Nord” e “Duomo Ediciones“.

Oltre a questo, è il Vicepresidente di “Bollati Boringhieri“. E Amministratore Delegato di “Longanesi & C“. e “Garzanti Libri“. “Guanda” e “Corbaccio“. E “R.L. Libri“. Adesso è il presidente del Consiglio del “Gruppo Editoria di varia dell’Associazione Italiana Editori” (AIE). E fa parte del Consiglio Generale dell’AIE. Nonché dell’Assemblea della Federazione degli Editori Europei (FEE-FEP). Ancora, agisce come delegato italiano dell’Unione Internazionale degli Editori (IPA-UIE).

f) Carlo Tenca

Carlo Tenca (1816-1883) fu una figura di spicco, nel panorama degli scrittori lombardi. E nella politica così come nel giornalismo. Nato in una famiglia poverissima, rimase presto orfano di padre. La madre fece moltissimi sacrifici per lui. E quindi Carlo riuscì a frequentare il Seminario. Ma lo abbandonò per dare lezioni private.

In quest’epoca conobbe i conti Alessandro e Carlo Porro. Casa Porro era, all’epoca, un ritrovo di patrioti. Qui venne fondata la “Rivista Europea“. Sempre qui, si organizzò un movimento rivoluzionario. Il quale condusse alle celebri “Cinque Giornate di Milano“. L’autore lombardo Carlo Tenca, cominciò a partecipare alle attività di un salotto letterario (1844).

Peraltro, ne era animatrice la contessa Clara Maffei. Fin da subito, Carlo e la contessa Clara si accorsero di avere un’importante affinità. Di pensiero e di sentimenti. Che li unì in un legame profondo e duraturo. Rapporto che durò tutta la vita, stante anche il matrimonio infelice di lei.

In conclusione, lo scrittore lombardo Carlo Tenca si concentrò soprattutto sui classici italiani. Dal Duecento al Cinquecento. In questo campo, diventò molto famoso e stimato. Egli fu riscoperto e rivalutato nel Novecento. Testimonianza ne sono le numerose ristampe delle sue opere e i saggi critici sulla sua figura.

g) Andrea De Carlo

Andrea De Carlo è uno dei principali scrittori lombardi contemporanei (1952). Milano è la protagonista di molti romanzi. Tuttavia, egli ha un rapporto di “amore e odio”. Il padre era un noto architetto genovese, Giancarlo De Carlo. La madre era una traduttrice dall’inglese. E’ padre di Malina.

Quindi, ha frequentato il liceo classico “Giovanni Berchet“. Si è laureato in lettere con una tesi in Storia contemporanea. Tesi Incentrata sulle comunità anarchiche di Aragona. E’ appassionato di fotografia, ed ha lavorato come secondo assistente di Oliviero Toscani. In seguito si è messo in proprio, eseguendo ritratti. Poi anche reportage.

Oltre a questo, lo scrittore lombardo Andrea De Carlo, è un grande viaggiatore. Ha girato molto in Europa. Ed in Nord e Sud America. Anche la musica è una grande passione. Ha prodotto due CD. “Alcuni nomi” e “Dentro Giro di vento“. Il primo realizzato in collaborazione con il percussionista bengalese Arup Kanti Das. Con cui si è esibito in numerosi spettacoli. Sia in Italia che in vari paesi europei.

In conclusione, il romanzo più famoso dell’autore lombardo si intitola “Due di due“. E’ la storia di un’amicizia. Quella tra un anarchico estroso ed intollerante, Guido Laremi. E Mario, che è più rilassato e pratico. E racconta la vicenda. I suoi romanzi sono tradotti in 26 lingue.

E’ tempo di passare agli scrittori di Monza e Brianza.

9 – Scrittori di Monza e Brianza

Gli scrittori lombardi di Monza e Brianza hanno un simpatico primato. Si tratta di Lorenzo Armenio. Il quale è uno studente. Di appena 15 anni. Il suo genere è il fantasy, ed alla sua giovane età, ha avuto un elogio particolare. Cioè il premio speciale “Critica della Giuria”, al “Trofeo Cittadella” 2021. Che è un po’ il premio Nobel per gli autori del suo filone.

Augusto Merati, scomparso a 88 anni nel 2001. Importante autore lombardo della storia di Monza e Brianza. Nonché insegnante. Fu anche archeologo appassionato della sua terra. Andiamo un po’ a ritroso e incontriamo Paolo Mantegazza. Molto poliedrico. Essendo stato fisiologo e patologo. Neurologo ed igienista e molto altro. Anche romanziere lombardo. Fu uno dei primi a parlare di Charles Darwin in Italia.

Poi Umberto Galimberti, giornalista de “La Repubblica” ed accademico. Esperto in psicoanalisi. Ha all’attivo parecchi libri, come “La parola ai giovani“, “Il libro delle emozioni“. “Le cose dell’amore” e “I miti del nostro tempo“. Walter Consonni, classe 1952. Ha scritto diverse opere, come “Tino Brambilla – Mi è sempre piaciuto vincere“.

Poi, con Enzo Mauri,Vittorio Brambilla – Il mago della pioggia“. (Giorgio Nada Editore, 2019). E ancora “Monza dai ‘60 ai “Sesanta” e “Amori di contrabbando” E molto altro ancora. Praticamente coetaneo di Consonni è Michele Brambilla, uno scrittore lombardo specializzato in saggistica. Ed anche giornalista.

a) Giuseppe Civati

Giuseppe Civati, detto Pippo (1975), fa parte dell’elenco degli scrittori lombardi. E’ anche un politico conosciuto, saggista ed editore. Inoltre, è stato il fondatore e il primo segretario di “Possibile“. Che è un partito politico italiano. Oltre a ciò, ha ricoperto la carica di deputato dal 2013 al 2018.

Lo scrittore lombardo Civati ha frequentato il Liceo Ginnasio B. Zucchi” di Monza. E si è laureato in Filosofia nel 1998. Poi ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2004. Questi ultimi due presso l’Università Statale di Milano. Ancora, nel 2002 si è diplomato in “Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento“. Diploma ottenuto dall’Istituto di Studi sul Rinascimento di Firenze.

In seguito, ha collaborato con diverse corporazioni accademiche. Tra cui la cattedra di Storia della filosofia dell’Università Statale di Milano. E l’Istituto di Studi sul Rinascimento e l’Universitat de Barcelona. Si è interessato principalmente alla filosofia rinascimentale. Ed alla riflessione filosofica, sulla mondializzazione è l’identità del mondo occidentale.

Oltretutto, dal 2018, l’autore lombardo Civati gestisce la casa editrice “People“. Co-fondata con gli scrittori Stefano Catone e Francesco Foti. “People” nasce come un ente di comunicazione. Che ha come obbiettivo raffigurare la realtà. Come? Tramite un processo di elaborazione e mediazione. Ha scritto molti testi a carattere politico e filosofico, e di vari altri generi.

b) Davide Van de Sfroos

Davide Van De Sfroos è il nome d’arte di Davide Enrico Bernasconi. Che è cantautore e chitarrista. Ed uno degli scrittori lombardi (1965). Van De Sfroos in lombardo, significa “vanno di frodo” o “vanno di contrabbando“.

Cominciamo col dire che inizia a fare esperienze musicali con il gruppo “Potage“. Che è ispirato al punk. Successivamente diventa solista. Ed incontra il bassista Alessandro “Frode” Giana. I due fondano il gruppo “De Sfroos“. Dapprima, il gruppo scrive testi in un misto di inglese, italiano e dialetto lombardo. Dialetto nella variante “laghée“. Ossia, quello parlato sulla sponda ovest del lago di Como, a nord della città.

Di conseguenza, questo particolare li porta al successo. Lo scrittore lombardo Bernasconi dà alle stampe “Perdonato dalle lucertole, il suo primo libro. E’ l’anno 1997. I “De Sfroos” sono tornati a suonare nel 2020. Dopo ben 25 anni. Hanno riproposto il loro primo album storico, Manicomi. Il quale contiene 15 brani.

Oltretutto, brani che narrano le vicende di personaggi famosi. Anna e Lo Sconcio. Zia Luisa e Nonu Aspis. E molti altri. Sono storie ancora attuali. Che forniscono spunti di riflessione su argomenti delicati. Quali il trascorrere del tempo e la guerra. La salute mentale. La contrapposizione tra diversi ceti sociali, e la vendetta dei disonorati.

c) Umberto Galimberti

Umberto Galimberti (1942) è uno degli scrittori lombardi di spicco, in filosofia e saggistica. Ed anche in psicoanalisi. Inoltre è un giornalista di “La Repubblica“. E’ anche specialista psicoterapeuta. E membro dell’Ordine degli Psicologi.

Cominciamo col dire che Umberto era di umili origini. La madre era maestra elementare. Il padre morì giovane nel 1955. Quindi, Umberto dovette lavorare sin da giovanissimo. Per la bontà d’animo di un sacerdote, Galimberti poté proseguire gli studi. Lo fece in seminario. Alla fine del liceo classico, si laureò in Filosofia alla Cattolica di Milano. Potendo contare su una borsa di studio di 800.000 lire.

In seguito, i soldi finirono, e dovette interrompere gli studi. In seguito visse in Germania, come operaio. Finalmente, riuscì a laurearsi con lode nel 1965. La tesi si intitolava “La logica filosofica di Karl Jaspers“. Lo scrittore lombardo Galimberti è noto per il suo importante contributo alla psichiatria. In particolare quella fenomenologica. Approcciandosi in modo originale e multidisciplinare ai vari autori e momenti. Ed anche aspetti, della filosofia e della cultura in generale.

Oltre a ciò, lo studio del pensiero simbolico è il suo maggior apporto. Detto pensiero tiene presente la base “primitiva” e più vera della mente umana. Solo dopo seguito da quello logico-metafisico e razionale. L’autore lombardo Galimberti vede la fede come pilastro di tutta la “coscienza” occidentale. Oltretutto anche nella scienza e nella tecnologia. Egli crede che scienza e fede non debbano mai farsi la guerra. Ognuna dovrebbe evitare di invadere il campo dell’altra.

d) Marco Castoldi

Marco Castoldi, noto come “Morgan” (1972), è uno degli scrittori lombardi. Cantautore e musicista. Personaggio televisivo e compositore. Ha fondato la band Bluvertigo, di cui è il volto principale.

Insieme ai Bluvertigo, ha vinto numerosi premi. Come gli “MTV Europe Music Awards 1998“. Categoria Best Southern Europe Act. Due volte la “Targa Tenco” ed il “Premio Lunezia 2004“. Quest’ultimo per l’album “Canzoni dell’appartamento“. Nel 2010 ottiene il “Premio De André” per l’album “Non al denaro non all’amore né al cielo“.

Oltre a questo, lo scrittore lombardo Marco è fratello di Roberta Castoldi. Poetessa, ricercatrice e violoncellista. La quale ha lavorato con molti artisti italiani e stranieri. Come Bluvertigo, Afterhours e David Byrne. Marco fin da bambino dimostra un forte talento per la musica. Comincia con la chitarra, a sei anni. Anche se è mancino.

Tuttavia, incontra molte problematiche, e opta per il pianoforte. Compone le sue prime canzoni a nove anni. E a dieci scrive una sonata per pianoforte. Egli spazia verso nuove idee, sempre grazie alla sua passione. Il suo talento così si accresce. E lo fa diventare l’artista famoso di oggi. Tra il 1998 ed il 2022 scrive diversi libri. Come “Dissoluzione” e “In pArte Morgan“. “Essere Morgan. La casa gialla“. E molti altri ancora.

e) Michele Brambilla

Michele Brambilla (1958), è un giornalista ed uno degli scrittori lombardi. In particolare, saggista. Si è laureato in storia all’Università degli Studi di Milano. Diventa poi un giornalista professionista (1984). E’ corrispondente dalla Brianza e dalla provincia di Milano per “Il Giornale” (1978). Lo scrittore lombardo Michele Brambilla lavora per il Corriere della Sera a Milano (1985-2002). Occupa il posto di vicedirettore de “Il Giornale” (2006-2009).

In seguito, dal 2009, è iniziato il suo lavoro per “La Stampa“. All’inizio come inviato-editorialista e poi come vice direttore (2014). E’ stato direttore della Gazzetta di Parma (2015-2019). Nel marzo 2019, Michele Brambilla è stato nominato direttore di “QN Quotidiano Nazionale”. Oltretutto, la sua ampia esperienza del giornalismo. E la sua grande competenza professionale, gli hanno valso importanti incarichi. Dove? In diverse testate giornalistiche di prestigio in Italia.

Concludendo, Michele Brambilla è un cattolico. Ed ha scritto molti testi imperniati sulla fede. Ha svolto un lavoro di critica della “Contestazione” sessantottina. Su di questa scrisse il saggio “Dieci anni di illusioni .Storia del Sessantotto“. La chiusa finale è feroce. “Sembra che ogni speranza del Sessantotto si sia rovesciata nel suo contrario“. Il suo libro precedente, “L’Eskimo in redazione“, è stato ristampato più volte nel corso degli anni. Qui Brambilla si concentra sugli anni del terrorismo. Ed anche sulla faziosità di molti giornalisti italiani.

f) Filippo Penati

Filippo Luigi Penati è stato uno degli scrittori lombardi contemporanei. Noto personaggio italiano, impegnato sia in politica che nel mondo dello sport. Penati è nato a Monza il 30 dicembre 1952. Per di più, ha svolto il ruolo di presidente della provincia di Milano per un periodo di cinque anni. In particolare, ha ricoperto questo ruolo dal 2004 al 2009. Oltre a ciò, oltre alla sua attività politica, ha anche ricoperto un importante ruolo di dirigente sportivo.

Addentrandosi in questa esperienza sportiva, ha dimostrato una grande passione per lo sport. Sfortunatamente, il 9 ottobre 2019, Filippo Luigi Penati è deceduto a Sesto San Giovanni. Questa tragedia ha lasciato un vuoto nella società italiana. Lo scrittore lombardo Filippo Luigi Penati, ha trascorso la maggior parte della sua vita impegnato in diversi ambiti. Come la politica, l’insegnamento e l’assicurazione.

In più, è stato un vicepresidente regionale dell'”Associazione Circoli Cooperativi Lombardi“. La quale fa parte della Lega delle Cooperative. La sua vita familiare è stata felice. Si è sposato con Rita e ha generato due figli. Purtroppo, nel luglio del 2019, ha annunciato pubblicamente di essere stato colpito da un tumore. Tumore che i suoi medici collegavano, in parte, allo stress. Stress delle molteplici vicende giudiziarie a cui aveva dovuto far fronte. Disgraziatamente la malattia ha purtroppo avuto la meglio su di lui. Quindi l’autore lombardo Filippo Luigi Penati è scomparso nell’ottobre dello stesso anno, all’età di 66 anni.

g) Paolo Mantegazza

Paolo Mantegazza è stato uno degli scrittori lombardi, nato a Monza il 31 ottobre 1831. E morto a San Terenzo il 28 agosto 1910. Questo personaggio ha esercitato molteplici professioni. Fu fisiologo e patologo. Poi igienista e neurologo. Antropologo e romanziere.

Inoltre, In Italia, è stato uno dei primi ad espandere le teorie di Charles Darwin. Grazie alle sue ricerche, l’antropologia è stata riconosciuta come la “storia naturale dell’uomo“. Oltre a ciò, nel periodo tra il 1865 e il 1876, è stato deputato. Poi, dal 16 novembre 1876, senatore sotto il Regno d’Italia. Ricoprendo tale posizione, si è distinto per aver combattuto contro la legge sul macinato. Il suo commento riguardo al Parlamento consisteva nell’affermare che questo era “il più elevato luogo di lavoro per forze disperse“.

Quindi, si poteva notare la più alta perfezione di un sistema meccanico. Il quale non funzionava in modo appropriato. Sistema dove la maggior parte delle energie, venivano trasformate in attriti. Inoltre, egli era conosciuto come un attivo divulgatore e organizzatore di conoscenza. Per merito del suo romanzo, “L’anno 3000: sogno” (1897), è stato anche considerato, cosa? Uno dei precorritori della fantascienza italiana del XIX secolo.

Per concludere, la madre di questo scrittore lombardo si chiamava Laura Solera Mantegazza. Paolo stesso partecipò alle “Cinque Giornate di Milano” all’età di sedici anni, assieme a lei. In seguito, egli si dedicò agli studi, trascorrendo un periodo a Pisa. Poi, a soli ventitré anni, si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Pavia.

Vediamo ora gli scrittori di Pavia.

10 – Scrittori di Pavia

Gli scrittori lombardi di Pavia sono un gruppo eterogeneo di poeti e romanzieri. La città è antichissima, ed è sempre stata un punto di passaggio cruciale. Infatti, è posta sulla Via Francigena e sulle rive del fiume Ticino. Di conseguenza, ha goduto sempre di un ottimo traffico commerciale.

Per quanto riguarda i suoi autori, il discorso vero e proprio inizia dal Medioevo. Bernardo Balbi, vissuto tra XII e XIII secolo. Noto come “Bernardo da Pavia“, fu vescovo oltre che autore lombardo di importanti testi giuridici. Girolamo Bossi, un colto umanista del XVII secolo. Appartenne a diverse associazioni letterarie. Una delle sue opere più importanti è “Encomiasticon“. Il quale è un insieme di lodi epigrafiche ed epigrammatiche.

Nell’Ottocento Guido Bustico. Uno scrittore di romanzi e saggi. Tra i quali “Le vie di Salò” e “Gli Statuti di Premia in Valle Antigorio“. Guglielmo Milani detto Mino. Visse nell’arco di quasi tutto il Novecento. Fu giornalista e fumettista. Storico e scrittore lombardo. Claudio Bonvecchio, autore contemporaneo. Scrive testi di filosofia. Plinio Fraccaro. Vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo. Uno dei migliori scrittori lombardi di storia.

Coetaneo di quest’ultimo fu Bartolomeo Camillo Emilio Golgi, scienziato e medico. Tuttavia anche scrittore di molti testi di medicina. Edoardo Bassini, un altro medico scrittore. Inventore di un rivoluzionario metodo chirurgico, sul quale scrisse un libro. Cioè “Nuovo metodo operativo per la cura dell’ernia inguinale“, oltre a molti altri testi analoghi.

a) Andrea Moro

Andrea Carlo Moro è uno degli scrittori lombardi di Pavia. E’ nato il 24 luglio 1962, e il suo campo di competenza comprende la linguistica, le neuroscienze e la scrittura. Per il momento, riveste il ruolo di rettore vicario presso la Scuola Universitaria Superiore (IUSS) di Pavia. Inoltre, detiene il titolo di professore ordinario di “linguistica generale” presso lo stesso istituto.

Precedentemente, ha ricoperto la carica di vicepresidente del Comitato Esperti per la Programmazione della Ricerca (CEPR). Incarico svolto per un mandato di tre anni. Questo incarico gli è stato conferito da Enrico Letta, su proposta del ministro Carrozza. Quindi è stato successivamente riconfermato dal ministro Giannini. Oltre a ciò, Andrea Carlo Moro è un membro dell’Accademia dei Virtuosi al Pantheon e dell’Academia Europæa.

In aggiunta a ciò, ha ottenuto la laurea in lettere classiche presso l’Università di Pavia. Indi, questo scrittore lombardo ha avuto l’opportunità di studiare negli Stati Uniti, grazie ad una borsa di studio Fulbright. Poi, ha conseguito il dottorato di ricerca in “Linguistica” (VIII ciclo) presso un consorzio amministrato dall’Università di Padova.

Oltretutto, ha completato un “Diplôme d’études supérieures en théorie de la syntaxe et syntaxe comparative” presso l’Università di Ginevra. Di conseguenza, gli è stato assegnato il “Premio Flaiano per la narrativa” del 2018. Premio ottenuto per il suo primo romanzo, intitolato “Il segreto di Pietramala“. Questo romanzo giallo si concentra su una lingua enigmatica e misteriosa. La quale è stata il fulcro dell’opera, e ha permesso all’autore di guadagnarsi l’ambito riconoscimento.

b) Mino Milani

Mino Milani è uno pseudonimo di Guglielmo Milani, uno degli scrittori lombardi. Egli è stato anche giornalista e scrittore. Fumettista e storico italiano. E’ nato il 3 febbraio 1928 a Pavia, e ha utilizzato diversi pseudonimi nel corso della sua carriera. Tra cui Stelio Martelli e Eugenio Ventura. Piero Selva e Mungo Graham Alcesti. E T. Maggio. È scomparso il 10 febbraio 2022 nella sua città natale.

Lo scrittore lombardo Milani è nato in una famiglia agiata. Per cui, intraprende gli studi classici presso il Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Pavia. Quindi, continua alla facoltà di medicina presso l’università locale. Viene incoraggiato a seguire le orme di due zii medici di successo. Poi, grazie all’influenza del padre Carlo, all’epoca sindaco di Pavia, Milani ottiene anche un posto. Diventa apprendista presso l’Istituto di Anatomia collegato al Policlinico San Matteo.

Ad ogni modo, presto Milani si rende conto che la professione medica non fa per lui. Pertanto, casualmente assistendo a una lezione sul Medioevo, decide di iscriversi alla facoltà di lettere.

Abbiamo su di lui il parere di Gianni Rodari. “Mino Milani non è uno scrittore tradizionale, ma un autore lombardo moderno. Un autore in linea con il cinema e la televisione, che hanno avuto un forte impatto sulla sua scrittura. Milani è in grado di utilizzare una tecnica narrativa innovativa. La quale si caratterizza con una grande velocità d’azione e da una forte presenza di immagini. E che trae ispirazione dalle lezioni offerte dal cinema e dalla televisione“.

c) Paolo Gorini

Lo scrittore lombardo Paolo Gorini, è nato a Pavia il 28 gennaio del 1813 . Ed è morto a Lodi il 2 febbraio del 1881. Gorini è stato uno degli scrittori lombardi dotato di una vasta conoscenza, in campo matematico e scientifico. Pertanto, la sua fama è principalmente legata a questo. Cioè una sua invenzione di un metodo segreto.

Quindi, consisteva nella preparazione di cadaveri e parti anatomiche, che egli stesso ha perfezionato attraverso una serie di esperimenti. Paolo Gorini era il figlio di Giovanni, un insegnante di matematica all’Università degli Studi di Pavia. La madre era Martina Pelloli, originaria di Lodi. Orbene, nel 1825, la vita di Paolo subì un duro colpo. Suo padre morì tragicamente in un incidente stradale, lasciandolo orfano e solo.

Comunque, le ricerche dell’autore lombardo Paolo Gorini sulla conservazione delle sostanze organiche, furono ampiamente riconosciute. Sia in Italia che all’estero. Infatti, le sue scoperte furono fatte in un’epoca di grande avanzamento della medicina e della scienza. Due materie influenzate dal movimento positivista.

Gorini mostrò un interesse particolare per il metodo di conservazione noto come “pietrificazione“. Addirittura la città di Lodi gli intitolò una via prima della sua morte. Nonostante questo, Paolo Gorini morì in stato di indigenza, nel 1881. Ha lasciato numerosi testi di carattere scientifico, nonché lettere e carteggi.

Siamo arrivati adesso agli scrittori di Sondrio.

11 – Scrittori di Sondrio

Ci dedichiamo ora a compilare una lista di scrittori lombardi di Sondrio. La città ha origini longobarde, e fu teatro di scontri sia della Prima che della Seconda Guerra Mondiale. Tra i più importanti autori lombardi di Sondrio ricordiamo Gianni Celati. Traduttore, scrittore di narrativa e professore universitario. Tra le sue opere principali “Narratori delle pianure” e “Le quattro novelle sulle apparenze“.

Poi Bruno Credaro, docente, storico e critico d’arte. Grande appassionato di montagna. Scrisse saggi, prontuari e testi molto incisivi. Come alcune monografie storiche. Che egli dedicò a Sondrio ed ai centri maggiori del territorio. Pio Rajna, vissuto a cavallo tra 1800 e 1900. Egli fu critico letterario, insegnante e scrittore lombardo di filologia. La quale è un complesso di materie che studiano libri di vario genere.

Nella stessa epoca visse Luigi Credaro. Questi fu pedagogista, politico, un importante autore lombardo di storia della filosofia. Don Egidio Viganò, presbitero salesiano. Classe 1920, partì giovanissimo per il Cile per farvi il missionario. Scrisse diversi testi teologici e culturali. E’ considerato uno dei migliori scrittori della Lombardia, nel suo campo.

Di conseguenza, questo breve elenco di scrittori lombardi di Sondrio testimonia il valore dell’intero. Infatti tutti dimostrano con le loro opere la stessa cosa. Cioè la bravura indiscussa che hanno dimostrato in campo letterario.

a) Giulio Tremonti

Nato a Sondrio il 18 agosto 1947, Giulio Carlo Danilo Tremonti è un noto politico italiano. Ed anche uno degli scrittori lombardi. Tremonti ha ricoperto anche importanti incarichi governativi.

Infatti, è stato ministro delle finanze durante il primo governo Berlusconi. Ministro dell’economia e delle finanze nei governi Berlusconi II, III e IV. L’autore lombardo Giulio Tremonti è originario di una famiglia che ha radici a Lorenzago di Cadore. Si tratta di un paese in provincia di Belluno, da parte paterna, e a Benevento, da parte materna. Quindi, ha frequentato il Liceo Classico “Piazzi” di Sondrio. Poi, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Pavia.

Qui ha studiato presso il “Collegio Fraccaro“, sotto la guida di Gian Antonio Micheli. Sebbene provenisse da una famiglia di tradizione liberale, Tremonti si avvicinò alle idee del socialismo liberale durante il servizio militare. Che svolse come soldato semplice. Ancora, negli anni ’80, Giulio Tremonti utilizzava lo pseudonimo di “lombard“, e scriveva regolarmente per il quotidiano comunista “Il manifesto“.

A parte la politica, Tremonti è autore lombardo di diversi libri con tematiche economiche e finanziarie. Tra cui “Lo Stato criminogeno” e “Le cento tasse degli italiani”. “La fiera delle tasse” ed “Il federalismo fiscale“. “Il fantasma della povertà” e “Rischi Fatali”. Quest’ultimo affronta i problemi economici della nuova Europa, in relazione alla rapida crescita della Cina. E molti altri ancora.

b) Pier Luigi Nervi

Il famoso Pier Luigi Nervi è stato un affermato ingegnere e uomo d’affari, e uno degli scrittori lombardi. E’ nato a Sondrio nel 1891, Nato a Sondrio da genitori liguri. A causa del lavoro del padre (direttore postale), durante l’infanzia fu costretto a cambiare più volte residenza. Poi divenne membro dell’Accademia nazionale delle scienze. In questa veste realizzò importanti progetti in Italia e all’estero. Oltretutto collaborò con importanti architetti come Le Corbusier e Louis Kahn, per realizzare opere di grande rilevanza internazionale.

Di conseguenza, il suo lavoro gli valse una notevole fama e un riconoscimento, a livello nazionale e internazionale. Sposò nel 1924 Irene Calosi, dalla quale ebbe quattro figli. In seguito, tra il 1956 e il 1961, Pier Luigi Nervi partecipò alla progettazione del Grattacielo Pirelli a Milano. Così come alla creazione del complesso di opere per le Olimpiadi di Roma del 1960.

Successivamente, nel 1964, gli fu assegnato il compito di progettare la nuova “Aula delle Udienze Pontificie“. Tale aula in seguito fu chiamata Aula Nervi in suo onore.

Il filo conduttore di tutta l’opera di Nervi è la “staticità“. Comunque, l’atto di creare e costruire è limitato dalle leggi fisiche, che rappresentano un vincolo per l’artista. Tuttavia, Pier Luigi Nervi è stato in grado di superare queste limitazioni. E le sue coperture sono solo uno dei molti esempi di ciò che ha realizzato. Nervi non considerava l’arte solo come estetica, ma anche come funzionalità e staticità. Nel 1979, all’età di 87 anni, Nervi morì a Roma.

c) Gianni Celati

Gianni Celati, nato il 10 gennaio del 1937, è stato uno dei rinomati scrittori lombardi. Poi critico letterario e traduttore italiano. È deceduto il 3 gennaio del 2022 a Brighton. Egli, nasce con il nome di Giovanni, viene al mondo a Sondrio. Città in cui la sua famiglia si era trasferita, a causa del lavoro del padre Antonio, come usciere di banca.

Oltretutto, egli litigava spesso con i superiori. Di conseguenza, era costretto a spostarsi di continuo da una sede all’altra. La madre, Exenia Dolores Martelli, era originaria di Sandolo, una località vicino al delta del Po. Mentre il padre proveniva da Bondeno, nei pressi di Ferrara. Pertanto, Gianni Celati trascorre la sua infanzia e adolescenza nella provincia ferrarese.

In seguito, consegue la laurea in letteratura inglese presso l’Università di Bologna. La tesi era incentrata su James Joyce. Questo autore lombardo ha iniziato a scrivere articoli per varie pubblicazioni, tra cui “Marcatré” e “Lingua e Stile“. “Il Verri” e “Il Caffè“. “Quindici“, “Sigma” e molte altre. Ancora, ha anche pubblicato le sue prime traduzioni, tra cui Futilità di William Gerhardie. E Colloqui con il professor Y, di Louis-Ferdinand Céline.

Perdipiù, nel 1971 ha esordito come romanziere, pubblicando il suo primo romanzo, Comiche. Che è accompagnato da una nota di Italo Calvino. Nel frattempo, ha collaborato con la rivista “Periodo Ipotetico” e con diverse altre riviste. Vincitore di diversi premi letterari, muore pochi giorni prima del suo ottantacinquesimo compleanno.

d) Piero Pieri

Lo storiografo Piero Pieri, uno dei maggiori scrittori lombardi, è nato a Sondrio il 20 agosto 1893. Ed è deceduto a Pecetto Torinese il 15 dicembre 1979. Fu un accademico italiano specializzato nella disciplina della storia.

Pieri Nasce da una prestigiosa famiglia toscana. Ha preso parte alla Prima Guerra Mondiale come volontario, nel battaglione degli Alpini di Belluno. Presto si è distinto come comandante di un plotone della 77ª Compagnia. La quale era di stanza sul fronte dolomitico, più precisamente nelle Tofane.

Terminata la guerra, ha dedicato il suo tempo all’insegnamento della storia. Docenza esercitata presso la “Scuola Militare Nunziatella“, tra il 1922 e il 1925. Lo scrittore lombardo Piero Pieri era un attivo oppositore del fascismo. Quindi si unì al Partito d’Azione di Torino, operando clandestinamente.

Oltre a questo, partecipò alla Resistenza nelle valli di Lanzo. Successivamente, fu arrestato insieme alla sua famiglia e processato dal “Tribunale Speciale”, ma riuscì a evitare la condanna. Poi, dopo la Liberazione, aderì al Partito Radicale, quando il PdA si sciolse.

Perdipiù, grazie alla sua esperienza militare, partecipò al film “La pattuglia sperduta” di Piero Nelli. Questo autore lombardo fu allievo di Gaetano Salvemini e seguì le sue lezioni presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente, è considerato uno dei più importanti storici italiani della prima metà del Novecento. Tra l’altro, uno dei maggiori esperti italiani di storia militare, forse addirittura il più importante.

Adesso vediamo gli scrittori e poeti lombardi di Varese.

12 – Scrittori di Varese

Gli scrittori lombardi di Varese sono ultimi in ordine alfabetico. Questa è la cosiddetta “Città giardino“, grazie ai numerosi parchi sorti tra il XVIII ed il XX secolo. Dapprima ornamento delle ville aristocratiche. E poi di quelle degli industriali ed alto-borghesi. Qui è anche nata una fiorentissima e rinomata industria calzaturiera. Inoltre, Varese è abbellita anche da diversi castelli e torri di guardia.

Tra i suoi autori e romanzieri lombardi, citiamo Carlo Zanzi, classe 1956. Il quale è insegnante in pensione e giornalista pubblicitario. Soprattutto, scrive libri da circa 30 anni. Uno di questi è “Maroni l’arciere“. Poi Riccardo Prando, anche lui docente e giornalista. Nato e residente in Varese, ha firmato molti testi. Principalmente storici, e sugli usi e costumi della sua terra. Autore di “L’officina del cielo“, “Secondo Mona”, e molti altri ancora.

Ed ancora Fabrizio Bini. Di professione avvocato, vive in un piccolo paese. Il quale si trova ai piedi dei colli prealpini. E’ famoso per il giallo “Matematica di un delitto tra Sicilia e Lago Maggiore“. Inoltre ha scritto altri libri dello stesso genere. Piero Chiara, uno dei più famosi scrittori lombardi del Novecento.

Noto anche a livello nazionale, è poeta della provincia, delle sue piccole storie. Che lui racconta in modo interessante ed ironico. Anche se non manca una sfumatura lievemente malinconica. Rappresenta la vita dei “frontalieri“, siano essi ladri, fuggitivi o contrabbandieri. Comunque il suo pezzo forte sono i personaggi quotidiani della piccola borghesia.

a) Roberto Maroni

Il signor Roberto Ernesto Maroni (1955-2022) è stato uno degli scrittori lombardi, ed un noto politico italiano. In aggiunta, è stato un importante rappresentante della Lega Nord. Nonché il segretario federale di quest’ultima dal 2012 al 2013.

Oltretutto, durante la sua carriera politica, ha ricoperto numerosi incarichi. Ad esempio, quello di deputato e ministro dell’Interno nei governi Berlusconi I e IV. Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nei governi Berlusconi II e III. Presidente della Lombardia dal 2013 al 2018. L’autore lombardo Roberto Maroni è nato a Varese ma è cresciuto a Lozza. Che è la città di origine della sua famiglia.

Si è diplomato presso il Liceo Classico “Ernesto Cairoli” a Varese. Durante la sua adolescenza, Roberto Maroni ha aderito a gruppi politici di estrema sinistra. Ancora, ha militato attivamente in varie formazioni “marxiste-leniniste” a Varese, compreso il Movimento Studentesco.

Attraverso gli anni ’60, periodo noto come Sessantotto, Maroni era un attivista politico, impegnato in diverse organizzazioni di estrema sinistra. In seguito, fino al 1979, ha militato in Democrazia Proletaria.

Successivamente al suo mandato di presidente della regione, Roberto Maroni ha iniziato a collaborare con il quotidiano “Il Foglio“. E ha tenuto un blog personale sull’HuffPost. Nel tempo libero, ha continuato a suonare l’organo Hammond con i Distretto 51. una band di cui faceva parte. Per giunta, Maroni ha dimostrato un grande interesse per la vela. Nel 2018 ha attraversato l’Atlantico in catamarano insieme a cinque amici.

b) Francesco Salvi

Francesco Salvi è un artista italiano e uno degli scrittori lombardi (1953). Egli ha svolto molteplici attività nel mondo dello spettacolo. Tra cui l’attore ed il comico. Il cabarettista ed il cantante. L’umorista ed il regista. Lo scrittore e il traduttore.

Al termine degli studi presso l’Istituto d’arte di Urbino, ha partecipato a molte mostre personali e collettive. Tuttavia, ha presto deciso di abbandonare il mondo dell’arte commerciale. Successivamente, ha conseguito il diploma al liceo scientifico. Quindi, l’autore lombardo Salvi, ha frequentato la facoltà di Architettura a Firenze. Grazie alla sua passione per il teatro, ha fondato la compagnia Nisba. Compagnia con cui ha partecipato a spettacoli in tutta la regione.

Contemporaneamente al terzo anno di università, ha lavorato come grafico nel campo della pubblicità. Attirando l’attenzione di Bruno Bozzetto, che lo ha introdotto nel mondo del cinema di animazione. Dopodiché, ha prodotto un cortometraggio intitolato “Etcèssivo“. e ha avuto l’opportunità di lavorare presso il Derby Club Cabaret di Milano. Questo grazie all’approvazione di Diego Abatantuono.

Oltre a ciò, ha completato la sua laurea con lode presso il Politecnico di Milano. La sua tesi verteva sulla presenza del simbolo nell’architettura, ed è stata supervisionata dal professor Adriano Alpago-Novello. Andando avanti, ha continuato a lavorare con lui come assistente per un periodo di due anni. Francesco e la moglie Angela sono sposati da quarant’anni. Nonostante la loro lunga relazione, la coppia non ha avuto figli. Come scrittore lombardo, ha pubblicato diversi libri e traduzioni.

c) Piero Chiara

Piero Chiara, (1913-1986), è stato uno dei più grandi scrittori lombardi ed italiani. L’autore lombardo proveniva da una famiglia di origini miste. Il padre Eugenio, era siciliano. La madre Virginia Maffei, era originaria di Comnago.

Ebbene, Piero ebbe un’infanzia turbolenta, con scarsi risultati scolastici. Questi dovuti alla sua tendenza a saltare la scuola. Peraltro, questo comportamento gli costò la bocciatura in terza elementare. In seguito alla bocciatura in seconda ginnasio, il romanziere lombardo Chiara venne mandato a lavorare. Tuttavia, questa esperienza si rivelò infruttuosa. Decise di conseguire il diploma di perito meccanico.

Successivamente, nel giugno del 1929 diede gli esami da privatista, per la licenza complementare. Piero Chiara si innamorò poi di Jula Scherb, la figlia di un importante medico di Zurigo. Quindi i due si sposarono il 20 ottobre 1936. Tuttavia, il loro matrimonio andò presto in crisi.

Analizzando la sua poetica, Piero Chiara si concentra sulle piccole storie. Che si svolgono nella regione del “grande lago“. Qui è lo sfondo per i suoi racconti, brevi ma molto significativi. D’altra parte, il suo stile narrativo risulta illuminante per il lettore. Perché? Perché offre una prospettiva unica e autentica, su questi luoghi pittoreschi.

Concludendo, la maestria dello scrittore lombardo Piero Chiara risiede in una qualità. Cioè, di non cadere mai nella trappola della volgarità, e del sensazionalismo. Ovvero, il suo stile è caratterizzato da una grande attenzione alla qualità della scrittura. Oltre alla profondità dei temi trattati, che lo rendono un autore lombardo molto apprezzato e rispettato.

d) Giorgio Fontana

E’ nato a Saronno Giorgio Fontana (1981). Si tratta di uno degli scrittori lombardi che sono anche docenti. Quindi, la sua carriera è stata caratterizzata da una serie di successi letterari. Questo grazie a cosa? Alla sua abilità di combinare uno stile di scrittura elegante e raffinato, con una profonda conoscenza. Quella della cultura e della lingua italiana.

L’autore lombardo Fontana ha trascorso la sua infanzia a Caronno Pertusella. Poi ha deciso di frequentare la facoltà di Filosofia presso l’Università Statale di Milano. Si è laureato con una tesi sul “realismo interno” di Hilary Putnam.

In seguito, nel 2007, Fontana ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato “Buoni propositi per l’anno nuovo“. Romanzo che ha riscosso un notevole successo di critica e di pubblico. Dopo, ha fatto seguito il romanzo “Novalis“. Successivamente, il suo interesse per la scrittura si è poi spostato verso il reportage narrativo. Reportage culminato nel 2008 con “Babele 56. Otto fermate nella città che cambia“. Si tratta di un’opera che esplora la vita degli immigrati a Milano, attraverso otto storie diverse.

Attualmente, il romanziere lombardo Fontana risiede e lavora a Milano. Qui ha insegnato scrittura creativa presso la NABA per quattro anni. Oltre a ciò, Fontana è impegnato nella stesura di storie per la rivista settimanale “Topolino“. In aggiunta a questo, tiene lezioni di scrittura creativa alla Scuola Holden. Ed anche alla Scuola Belleville. Tra il 2011 ed il 2021 ha vinto diversi premi letterari. Come i premi “Chianti“, “Campiello” e “Bagutta“.

e) Emiliano Bezzon

Emiliano Bezzon, è un altro degli scrittori lombardi. Egli è un laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista. Poi ha lavorato come Comandante della Polizia Locale per molte città italiane. Peraltro, la sua esperienza nella polizia gli ha permesso di acquisire competenze investigative. Ed anche conoscenze, che si rivelano utili nella scrittura dei suoi romanzi gialli.

Durante il 2014, questo autore lombardo ha fatto il suo debutto come scrittore di gialli, con “Breva di morte“. Opera che ha scritto insieme a Cristina Preti. Seguito da “Le verità di Giobbe” nel 2015. I suoi racconti sono stati finalisti due volte al concorso “Gialli sui Laghi“. Inoltre, due volte al “Garfagnana in Giallo“.

Successivamente, quattro dei suoi racconti sono stati pubblicati a puntate nell’estate del 2016. Editi dal quotidiano “La Provincia di Varese“. Oltre a questo, Il terzo romanzo giallo di Emiliano Bezzon è intitolato “Il manoscritto scomparso di Siddharta“. Pubblicato per la prima volta in formato ebook (Indies g&a) nel gennaio 2017. E poi seguito dalla versione cartacea pochi mesi dopo. Ancora, un racconto scritto in collaborazione con Cristina Preti è incluso in una raccolta. Per la precisione, nell’antologia “Nuovi Delitti di Lago“, edita da Morellini Editore.

d) Dario Fo

Dario Fo, uno degli scrittori di Varese, nacque nel 1926 a Sangiano e si spense nel 2016 a Milano. Era figlio di Felice Fo, capostazione e attore non professionista, e Pina Rota.

Cresciuto insieme al fratello Fulvio e alla sorella Bianca in un contesto famigliare ricco di stimoli intellettuali, sin dalla giovinezza ascoltò favole intrecciate a episodi di cronaca raccontate dal nonno materno, e storie narrate da viandanti e artigiani. I cantastorie locali, frequentemente citati ed elogiati da Fo, avrebbero ispirato l’artista nel corso della sua esistenza, grazie alla loro maestria nel dipanare gli avvenimenti.

Lo scrittore varesino Dario Fo fu autore di opere teatrali improntate sugli elementi comici distintivi della commedia dell’arte italiana, portate in scena con enorme successo in tutto il mondo. Svolgendo le funzioni di attore, regista, scrittore, scenografo, costumista e impresario nella propria compagnia, Fo si affermò come figura poliedrica del teatro. Conosciuto per le sue opere satiriche di natura politica e sociale, e per il suo impegno politico di sinistra, insieme alla consorte Franca Rame, fu tra i componenti del Soccorso Rosso Militante.

Nel 1997, gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Le opere di questo autore di Varese, apertamente ateo, si contraddistinguono per il loro spirito anticonformista, anticlericale e, più in generale, per l’utilizzo della satira per contestare le istituzioni (politiche, sociali, ecclesiastiche), e la morale dominante. La sua costante opposizione a ogni forma di potere istituzionalizzato lo rende non soltanto un artista “indigesto“, ma anche l’antitesi degli intellettuali organici, dediti al mantenimento dell’egemonia culturale vigente, o alla creazione di un’alternativa.

Scrittori della Lombardia – Conclusione

Vi ringrazio per aver letto il mio articolo sugli scrittori lombardi. Mi auguro che abbiate trovato interessante questo argomento. E che abbiate imparato qualcosa di nuovo, sui grandi autori lombardi. Come sempre, se avete domande o commenti, non esitate a contattarmi o a lasciare un commento qui sotto.

Va anche detto che, negli ultimi anni, la Lombardia ha visto un boom di scrittori di libri. Qualcuno di loro è diventato famoso in tutto il mondo. Come Piero Chiara e Umberto Galimberti. Qualcun altro è meno conosciuto, ma stanno cercando di cambiare il modo in cui le persone pensano alla letteratura.

Tutti insieme, questi scrittori lombardi hanno dato voce a una regione che spesso viene ignorata, dal resto d’Italia. La Lombardia è un posto ricco di storia e cultura. I suoi romanzieri lombardi stanno facendo del loro meglio per farlo conoscere al mondo.

Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Libri-online.net!

Antonella
Antonella

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Da sempre sono appassionata della lettura, una vera divoratrice di carta stampata. Mi piace leggere quasi tutto.

Oggi oltre a leggere scrivo. Ho sempre ammirato gli scrittori, e quindi adesso mi piace essere una di loro.

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