Gli scrittori friulani hanno dato vita, ad una delle più antiche e prestigiose tradizioni letterarie d’Italia. Infatti, la storia della letteratura friulana è una storia di grandi poeti, narratori, drammaturghi e saggisti. Il Friuli ha dato i natali a molti dei più importanti autori italiani. Come Umberto Saba e Carlo Sgorlon. Ed Italo Svevo. La letteratura friulana è ricca di capolavori che riflettono la storia, la cultura e la società di questa regione.
Quindi, i friulani sono un popolo che vive nel nord-est d’Italia, nella regione chiamata Friuli-Venezia Giulia. La loro lingua è il friulano, ma tutti parlano anche italiano e/o sloveno. Oltretutto, la cultura friulana è radicata nella storia e nella tradizione. Ma è anche aperta alle influenze esterne. I friulani sono infatti conosciuti per la loro accoglienza e per la loro capacità di “integrarsi” in altre culture.
Peraltro, questa apertura verso il nuovo si riflette dove? Anche nella produzione letteraria friulana, che comprende autori sia di lingua italiana sia di lingua friulana. In questo articolo vogliamo presentarvi alcuni degli scrittori più importanti del Friuli, sia contemporanei che del passato.
Fra gli scrittori più celebri del Friuli possiamo annoverare Pierluigi Cappello, autore di numerosi romanzi e racconti. Altri grandi nomi della letteratura friulana sono Claudio Magris e Scipio Slataper.
Ma la letteratura friulana non si limita a questi grandi classici. Negli ultimi anni sono infatti sempre più numerosi i giovani autori friulani. I quali si cimentano in sempre nuove opere.
1 – Scrittori di Gorizia
Gli scrittori friulani di Gorizia abitano una città speciale. Che è un “conglomerato urbano“, insieme ai comuni sloveni di Nova Gorica e San Pietro Vertoiba. Il significato del nome Gorizia è, in sloveno, “collina“. A voler indicare la fisionomia del paesaggio che caratterizza la zona.
La popolazione di questa parte del Friuli ha combattuto duramente durante la Prima Guerra Mondiale. Oltre ad aver subito dominazioni straniere per molto tempo. Gli autori friulani del luogo formano un elenco di scrittori friulani notevole. Sia in italiano che nella parlata locale.
Per fare qualche esempio, Carlo Michelstaedter: scrittore, letterato e filosofo. Figlio di una ricca famiglia di origini ebraiche, si dichiarò tuttavia formalmente laico. Poi Paolo Maurensig, recentemente scomparso. Passò alla letteratura dopo anni dedicati al commercio. Ed ancora, Graziadio Isaia Ascoli. Fu un famoso linguista e glottologo, che divenne anche senatore del Regno d’Italia.
Tra i poeti friulani di Gorizia ricordiamo Franco De Gironcoli, che fu anche un famoso medico. Noto per le sue poesie in lingua friulana. E molti altri ancora, che, insieme ai nominati, hanno lasciato una preziosa testimonianza della cultura del Friuli.
a) Paolo Maurensig
Paolo Maurensig è stato uno degli scrittori friuilani (1943-2021). Dopo aver concluso gli studi classici a Gorizia, l’autore si trasferì a Milano. Ha iniziato la sua carriera come rappresentante commerciale. Ma successivamente si spostò verso l’editoria.
Di conseguenza, la sua fama letteraria crebbe nel 1993. Con la pubblicazione di “La variante di Lüneburg“. Qui si descrive una partita a scacchi tra due maestri. Lo sfondo è la seconda guerra mondiale. E termina con un colpo di scena che svela la vera identità dei giocatori. Il secondo libro di questo scrittore friulano è “Canone inverso“, del 1996. Ed è imperniato sulla musica e ambientato in Europa centrale.
Oltretutto, questo romanzo ha ispirato la versione cinematografica diretta da Ricky Tognazzi. Era stato anche assessore del Comune di Udine. Ed aveva vinto numerosi premi letterari. Citiamo qui i premi “Scanno” (2019) e “Bagutta” Ed anche “Cortina D’Ampezzo“. Gli ultimi due sono del 2016. Ancora, il “Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante” (1993).
Migliori Libri di Paolo Marensig
- La variante di Luneburg (CLICCA QUI)
- Canone inverso (CLICCA QUI)
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b) Carlo Michelstaedter
Carlo Michelstaedter (1887-1910) era un altro degli scrittori friulani. Ed anche un filosofo. Suo padre, Alberto, era dirigente delle Assicurazioni Generali di Gorizia. Ed era un uomo istruito, di origine ebraica. Alberto rispettava le tradizioni ebraiche, ed era un laico. Rappresentava la mentalità materialistica dell’Ottocento.
Oltretutto, era tra i primi membri della “Società Filologica Friulana“. Ed ha lasciato molte opere scritte in friulano goriziano. Carlo non sembrò essere molto influenzato dalla tradizione ebraica. Anche se scoprì solo più tardi di avere un antenato cabalista. Cosa questa che lo stupì molto. Tra i membri della sua famiglia, vale la pena menzionare Carolina Luzzatto, la prima donna italiana a dirigere un quotidiano.
In seguito, il 17 ottobre 1910, l’autore friulano Carlo Michelstaedter, decide di uccidersi. Motivazione, una lite con sua madre. Ha usato la pistola lasciatagli dall’amico Enrico Mreule, per compiere l’atto. Sul frontespizio della sua tesi universitaria, aveva disegnato una lampada a olio. Nota come “fiorentina“. E aveva scritto in greco “apesbésthen“. Che significa “io mi sono spento“.
Oltre a questo, Michelstaedter ebbe un vivace percorso esistenziale. Che fu segnato da una cosa. Da una volontà di vivere sotto la luce di un “altrove“. Ed anche di un diverso orizzonte “metafisico“. La sua stessa corrispondenza ne è testimone. Questo lo ha reso, sin dalla giovane età, un individuo istintivo e turbato. Con la voglia di esplorare lingue e forme espressive. Ciò gli ha permesso di navigare tra la pittura e la poesia. Ed i vertiginosi picchi della filosofia.
c) Graziadio Isaia Ascoli
Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) è stato uno degli scrittori friulani ed accademico, specializzato in lingue. Ed anche in glottologia e glottotetica. E’ stato anche un senatore del Regno d’Italia durante la XVI legislatura. Era figlio di una agiata famiglia ebrea. Da giovane, imparò l’ebraico antico con il famoso rabbino Samuel Vita Lolli.
Tuttavia, non poté frequentare la scuola regolarmente. Questo a causa della morte precoce del padre. Dovette assumersi le responsabilità aziendali, cioè una filanda e una cartiera. Nonostante questo, sviluppò la sua conoscenza linguistica da solo. Divenne molto conosciuto in tutta Italia grazie ai suoi scritti. Tra cui “Sull’idioma friulano e sulla sua affinità con la lingua valaca” e “Gorizia italiana, tollerante, concorde. Verità e speranze nell’Austria del 1848“.
Oltre a questo, lo scrittore friulano Graziadio Isaia Ascoli è stato un pioniere nella valorizzazione dei dialetti. Elevandoli al rango di lingue a pieno titolo. Ed ha fondato la dialettologia come disciplina scientifica. Ha anche “rivitalizzato” le parlate retoromanze, con i suoi scritti sulla lingua ladina ed il franco-provenzale.
Di conseguenza, uno dei suoi contributi più importanti è stato l’elaborazione del concetto di “sostrato linguistico“. Che è l’effetto che una lingua “vinta“, esercita sulla lingua dominante. Ad esempio, l’uso della “gorgia” in toscano. Ovvero, l’aspirazione di alcune consonanti in posizione intervocalica. Ad esempio come in “la casa” o “la cosa“. Un tempo veniva attribuito all’influsso dell’ etrusco, la lingua antica ormai estinta sostituita dal latino.
Migliori Libri di Graziadio Isaia Ascoli
- Archivio Glottologico Italiano, 1901 (CLICCA QUI)
- Lettera glottologica 1881 (CLICCA QUI)
d) Demetrio Volcic
Demetrio Volcic (1931-2021), nato Dimitrij Volčič, era uno degli ottimi scrittori friulani. Ed anche un giornalista e politico. Nacque a Lubiana il 22 novembre del 1931. Venne quindi alla luce nel Regno di Jugoslavia. Per scelta della famiglia. Una famiglia di lingua slovena, originaria di Trieste. Secondo una dichiarazione, questa famiglia “non si sentiva a proprio agio sotto il regime fascista. Sia a Trieste che a Gorizia. E così si sono trasferiti a Lubiana, dove potevano esprimersi nella lingua che desideravano.”
Oltre a ciò, l’autore friulano Demetrio Volcic era un uomo coniugato, e padre di due figli. Uno abita a Mosca, mentre l’altro risiede in Gran Bretagna. Egli aveva padronanza di sei lingue. Inoltre, poteva vantare un’abilità discreta nel gioco degli scacchi. Come riferito da Francesco Cagliari che lo incontrò a Mosca. Il periodo era quello successivo ad un tentato colpo di stato. Che fu tentato nel mese di agosto, negli anni ’90 del XX secolo. Volcic lo descrisse come un “golpe da operetta“.
In conclusione, era un giornalista e politico italiano di fama internazionale. Che è stato corrispondente estero per la Rai. Coprendo città come Praga e Vienna. Oltre a Bonn e soprattutto Mosca. Egli è venuto a mancare a Gorizia il 5 dicembre 2021. Vinse diversi premi letterari. Il “Premio Nazionale Rhegium Julii Saggistica” e “Premio Letterario città di Palmi“. La Medaglia d’argento per i meriti a favore della Repubblica di Slovenia e il “Premio Ilaria Alpi alla carriera“.
Migliori Libri di Demetrio Volcic
- Il piccolo zar (CLICCA QUI)
- 1956. Krusciov contro Stalin (CLICCA QUI)
- 1968. L’autunno di Praga (CLICCA QUI)
Passiamo adesso agli scrittori di Pordenone.
2 – Scrittori di Pordenone
Gli scrittori friulani nati a Pordenone, “Portus Naonis” in latino. Eccoli qua. A ricordarci l’ antica tradizione commerciale fluviale…in quanto la città sorge sulla sponda del fiume Noncello. Ebbene, egli è come ogni altro autore di questa regione.
Uno schietto e sincero testimone della sua terra. Tra loro menzioniamo Riccardo Cassin, Enrico Galliano e Massimiliano Santarossa. Il primo fu scrittore, alpinista e partigiano. Oltre che inventore di moltissima attrezzatura da arrampicata e alpinismo.
Il secondo è un odierno docente in una scuola della città. Autore di diversi libri e fondatore di una flashmob di studenti. Quest’ultima ha lo scopo di “imbrattare” le città con componimenti poetici. Il terzo è uno scrittore del Friuli goriziano. Oltre che regista e drammaturgo. Ed antologista e autore di reportage.
Abbiamo anche Gian Mario Villalta, poeta, scrittore e insegnate. Scrive le sue opere sia in italiano che dialetto locale. Non possiamo dimenticare Vittorio Cadel. Poeta e scrittore. Sua particolarità è di scrivere solamente in dialetto friulano.
a) Riccardo Cassin
Era anche lui uno degli scrittori friulani. Stiamo parlando di Riccardo Cassin (1909-2009). Nacque in una famiglia modesta. Rimase orfano del padre nel 1913. Trascorse l’infanzia con la madre vedova e la sorella minore. Proprio nel mezzo della prima guerra mondiale, nella casa del nonno materno.
Successivamente, nel 1926 si trasferì a Lecco, per cercare lavoro. Iniziò quindi l’interessamento per l’alpinismo. Subito praticò anche il pugilato, che poi abbandonò. L’autore friulano Riccardo Cassin fu uno dei personaggi più importanti dell’alpinismo del periodo del “sesto grado“. Quantomeno, precedente la seconda guerra mondiale. Il suo elenco di prime salite è facilmente insuperabile. Perché? Perché egli fu tenace e determinato. Oltre tutto, riuscì a risolvere alcuni difficilissimi problemi alpinistici del tempo.
Inoltre, verosimilmente, visse la sua avventura più grande tra il 4 ed il 6 agosto 1938. Con Ugo Tizzoni e Gino Esposito, entrò nella leggenda. I tre scalarono per primi lo sperone “Walker“. Che si trova sulla parete nord delle “Grandes Jorasses“. (Monte Bianco versante italiano)).
Ed una simile ascesa diventa anche più strabiliante. Per quale motivo? Egli non aveva mai visto da vicino il Monte Bianco. E la parete l’aveva vista solo in cartolina! Per sapere dove fossero le “Grandes Jorasses“, dovette chiedere al rifugio Torino. Scrisse diverse opere. Sia libri che guide. Ed anche molti articoli sull’alpinismo. Citiamo qui due autobiografie. “Dove la parete strapiomba” (1958) e “Capocordata, la mia vita di alpinista“(2001).
Migliori Libri di Riccardo Cassin
- Dove la parete strapiomba (CLICCA QUI)
b) Enrico Galiano
Enrico Galiano fa parte degli scrittori friulani (1977). E’ nato a Pordenone. Inoltre è un docente di periferia. Sua creazione è la “webserie” Cose da prof. Questa è stata un grande successo. Infatti, ha ottenuto più di venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Poi segue il movimento dei #poeteppisti, un “flashmob” di studenti. Cosa fanno di interessante? Si muovono per la città e “imbrattano” i muri di versi.
Pertanto, Dal 2015 l’autore friulano Enrico Galiano figura nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia. Consultabile dal sito Masterprof.it. Secondo Galiano, il vero insegnante deve “ascoltare gli studenti per primo“. Ogni tanto inforca la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo. Portandosi uno zaino, una penna ed un enorme desiderio di stupore.
Migliori Libri di Enrico Galiano
- Eppure cadiamo felici (CLICCA QUI)
- Dormi stanotte sul mio cuore (CLICCA QUI)
- L’arte di sbagliare alla grande (CLICCA QUI)
c) Federico Tavan
Lo scrittore friulano Federico Tavan (1949-2013) era un famoso autore dialettale. Era uno degli scrittori friulani più apprezzati, da diversi letterati di fama. Autori come Claudio Magris e Franco Loi. Giovanni Tesio e Carlo Ginzburg. Studia presso il “Collegio Don Bosco“. Qui ha appreso a leggere e scrivere. Oltretutto aveva già 13 anni. Proprio in questo momento insorgono le prime difficoltà mentali. Poi la madre muore quando egli aveva 16 anni.
In seguito, Tavan passa gran parte della vita entrando ed uscendo dagli ospedali. Inoltre, non lascia mai la propria città natale, Andreis. La sua poesia è “luminosa” ed intensamente emotiva. Cosa che non ci si aspetterebbe da uno come lui. L’autore friulano Federico Tavan mette “in scena” il proprio tormento interiore. E lo fa senza un briciolo di autocommiserazione. O rancore verso la vita. Dai suoi versi emerge un senso di immediatezza e passionalità. Qualità tipiche di una vita tanto complessa e problematica.
Successivamente, nel 1967 riprende a studiare alle scuole medie. E’ adesso che pubblica sul bollettino della parrocchia. Ed anche su riviste alternative. Poi entra in contatto con il circolo culturale “Menocchio“. Con loro fa uscire diverse opere. Ad esempio, “Màcheri” e “Lètera” (1984). “Da màrches a màdones” (1994) e “Amalars” (2001). Molte sue poesie sono state pubblicate in diverse antologie.
Migliori Libri di Federico Tavan
- Mi è capitato (CLICCA QUI)
d) Gian Mario Villalta
Gian Mario Villalta (1959) è uno degli scrittori friulani della nuova generazione. Frequenta il liceo scientifico e si laurea in Lettere Moderne. I suoi primi lavori sono degli anni Ottanta. Escono su riviste come ad esempio “Il verri” e “Studi di Estetica“. “Alfabeta” e “ClanDestino“.
In seguito, dall’anno 1984, è docente a Pordenone. Al Liceo Scientifico “Ettore Majorana“. Negli anni, compila l’aggiornamento della voce “poesia” per l’enciclopedia Treccani. E diventa Direttore Artistico di “pordenonelegge.it” (2002). Festival della lettura e del libro di fama internazionale. Vince il Premio Viareggio per il volume di poesia “Vanità della mente” (2011). E’ presidente di giuria del “Premio Castello“, di Villalta Poesia (2013-2018).
Ancora, nel 2014, l’autore friulano redige una collaborazione su Belli. E poi, una sul verso libero, per il terzo volume dell’Atlante della Letteratura Italiana Einaudi. Gli viene assegnato il “Premio Giosuè Carducci di poesia” (Comune di Pietrasanta) (2017). Si candida al “Premio Strega” con il romanzo “L’apprendista“(2020). Oltre a questo, le sue poesie compaiono anche in diverse lingue europee, su varie antologie.
Migliori libri di Gian Mario Villalta
- La poesia, ancora? (CLICCA QUI)
- Scuola di felicità (CLICCA QUI)
- L’olmo grande (CLICCA QUI)
e) Renato De Zan
Renato De Zan fa parte degli scrittori friulani contemporanei. Si è laureato in Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico di S. Anselmo, a Roma. Ed ha conseguito un dottorato in Sacra Scrittura presso il “Pontificio Istituto Biblico di Roma“.
In seguito, egli è stato docente all'”Istituto di Liturgia Pastorale” di S. Giustina a Padova. Al “Pontificio Istituto Liturgico” di S. Anselmo a Roma. E la “Pontificia Università Gregoriana“. L’autore friulano De Zan ha collaborato nella traduzione della Bibbia CEI (2008). Ed anche del Messale Italiano (2020).
Per concludere, ha prestato la sua opera come consulente. Presso la “Congregazione per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti“. Parecchie delle sue opere sono ancora usate, come materiale accademico di riferimento.
Migliori Libri di Renato De Zan
- Gesù, il figlio del falegname (CLICCA QUI)
- I molteplici tesori dell’unica parola (CLICCA QUI)
- Celebrare (CLICCA QUI)
f) Massimiliano Santarossa
Massimiliano Santarossa (1974), è uno dei giovani scrittori friulani. Ed è anche un editore. Egli ha dato alle stampe molti romanzi. I primi due sono “Storie dal fondo” e “Gioventù d’asfalto“. Opere sulla vita della periferia italiana, nel Nord-Est. I personaggi vivono un’esistenza ai “margini“. E c’è anche parecchio disagio sociale. Ne esce un quadro verosimile della vita in quelle regioni. Considerate durante gli anni ’80 e ’00. giudicato
Pertanto, l’autore friulano Santarossa è valutato come un “fautore“. Di cosa? Del ritorno del realismo nella letteratura. Critica e lettori hanno compreso dalla prima ora. Hanno compreso il vincolo tra la sua scrittura e le sue competenze personali. Egli fu prima falegname e poi operaio.
Quindi, Il tema dei primi due volumi è la messa in scena delle vite in periferia. I libri successivi sono invece un importante passo in avanti. Un passo verso il “post-moderno“. Ad esempio, “Viaggio nella notte” e “Il male“. E soprattutto “Metropoli“. Qui non c’e’ più il discorso diretto in prima persona. Prevale una narrazione più complicata. A volte allucinata.
Oltre a ciò, il testo si struttura sul monologo, ed unisce vari elementi. Occhiate quotidiane e vita operaia. Riflessioni politiche ed economiche. Perfino teologiche. Non mancano accurate analisi ed anche critiche. Critiche sulla società tutta. Nel 2022 Massimiliano Santarossa e Paola Tantulli creano la “nuova” Edizioni Biblioteca dell’Immagine. Rilevando il precedente marchio. Proseguendo l’opera editoriale.
Migliori Libri di Massimiliano Santarossa
- Pane e ferro (CLICCA QUI)
- A guardare il nord (CLICCA QUI)
- Metropoli (CLICCA QUI)
Vediamo adesso gli scrittori di Trieste.
3 – Scrittori di Trieste
Gli autori friulani di Trieste sono abitanti di una città molto cara alla memoria storica d’Italia. Ed altrettanto vittima della storia. Infatti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale la città fu separata dal resto della nazione. Quindi annessa alla Repubblica Jugoslava. Tornando pienamente all’Italia solo negli anni ’50 del XX secolo.
Qui abbiamo dei signori scrittori, autori friulani del calibro di Italo Svevo e Umberto Saba. Svevo fu scrittore e drammaturgo, molto conosciuto anche a livello nazionale. la sua poetica si basa su questo. La concezione della letteratura come estremo “salvataggio” della vita umana.
Solo se trasportiamo la vita nelle parole scritte, potremo conservare tutti i momenti fondamentali della nostra esistenza. Tutti i desideri, le emozioni e i sentimenti. Poi Umberto Saba, grandissimo poeta friulano. Possiamo comprendere la sua poetica da alcune sue personali affermazioni.
Cioè che la poesia deve essere sincera. Senza eccessi. E descrivere la realtà di tutti i giorni, non quella eccezionale. Nel secondo dopoguerra vinse diversi premi: il “Viareggio” e il “Premio dell’Accademia dei Lincei“.
Successivamente L’Università “La Sapienza” gli riconobbe una laurea honoris causa. Insieme a questi grandi non dimentichiamo la lunghissima lista di autori friulani, e rendiamo loro il giusto merito.
a) Umberto Saba
Umberto Poli (1883-1957)era uno dei migliori scrittori friulani. Ed anche aforista e poeta. Il cognome “Saba” è lo pseudonimo con cui volle essere chiamato. Egli nacque a Trieste, ancora sotto l’Impero “Austro-Ungarico“. Il padre, Ugo Edoardo Poli, abbandonò la moglie dopo pochi mesi di matrimonio. La madre, Felicita Rachele Cohen, era già in attesa. Il giovane Umberto incontrò poi il padre solo vent’anni più tardi.
Di conseguenza, per i suoi primi tre anni fu cresciuto da una balia. La slovena cattolica Gioseffa Gabrovich Schobar, nota come “Peppa“. Ella aveva perso un figlio e riversò il suo affetto su Umberto. Il bambino la considerava la sua “madre di gioia“. Poi la vera madre lo riprese con sé. Il piccolo subì allora il suo primo trauma. Di cui parlerà in seguito nelle sue poesie, raccolte sotto il titolo “Il piccolo Berto” (1926).
Per il resto, Umberto Saba afferma perentoriamente una cosa. Come dovesse essere la poesia. Per lui doveva essere una poesia “realistica“. La poesia aveva un compito. Cioè farsi portavoce. Portavoce leale dell’autentica vita umana. Testimone della realtà quotidiana. Non di quella “eccezionale“.
Infine, lo stile di questo grande poeta friulano, era chiaro ed accessibile. Egli adoperava termini comuni del linguaggio parlato. I suoi argomenti traggono ispirazione dalla vita di tutti i giorni. Anche quelli più umili e modesti. Posti, individui e panorami. Animali, manifestazioni ed eventi. Trieste con le sue strade, le partite di pallone e molto altro ancora.
b) Italo Svevo
Italo Svevo fu un altro dei principali scrittori friulani (1861-1928). Nacque come Aron Hector Schmitz a Trieste, allora sotto l’Impero Austriaco. Fu il quinto di otto figli di Franz Schmitz e Allegra Moravia. I genitori appartengono alla ricca borghesia ebraica. Il padre commercia in vetri. La madre è originaria delle comunità friulane.
Quindi, l’autore friulano Svevo, riassume nel nome due culture. Italiana e tedesca. Ovviamente, la sua formazione è stata influenzata da questi due “retroterra” culturali. Dovette all’inizio lavorare in banca, per motivi economici. Ed intanto, si esercitò con racconti ed altri generi letterari. Finalmente pubblicò il suo primo romanzo, “Una vita” (1892). Poi “Senilità” (1898).
In seguito, nel 1923 arriva “La coscienza di Zeno“. Il suo romanzo più famoso. Il libro si fece notare della critica. E portò una ventata nuova. Ispirato com’era dal realismo francese e da Schopenhauer. Per non parlare di Freud. Portò nella nostra letteratura una possibilità “analizzatrice”. Ed anche intima, della realtà. Le sue opere spaziano volentieri il subconscio. Anzi, lo trattano in modo ironico e caricaturale. Oltretutto c’è sempre la presenza di un “antieroe“. Il quale deve raffigurare la crisi esistenziale di un mondo senza valori.
Migliori Libri di Italo Svevo
- La coscienza di Zeno (CLICCA QUI)
- Una vita (CLICCA QUI)
- Senilità (CLICCA QUI)
c) Claudio Magris
Claudio Magris (1939), è uno degli scrittori friulani più versatili. Un intellettuale che può vantare una larga esperienza in diversi campi. Letteratura, critica letteraria e politica. E’ stato uno dei primi a studiare gli autori ebrei. Visti nell’ambito della letteratura dell’Europa centrale.
Inoltre, il successo arriva nel 1986, con il romanzo “Danubio“. Questo libro gli valse il “Premio Bagutta“. “Danubio” gli conferisce il “sigillo“, come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. Poi con “Microcosmi” vince il “Premio Strega” (1997). Ricopre anche l’incarico di collaboratore de “Il Corriere della Sera”, da lunga data. E’ stato senatore nella XII legislatura (1994-1996).
Oltre a questo, si sposa con Marisa Madieri, una scrittrice (1960). Matrimonio da cui nacquero due figli. Francesco e Paolo. Di seguito ecco i premi da lui vinti. “Premio Feltrinelli Accademia Nazionale dei Lincei” (1987). “Premio E.T.I. Gli Olimpici del Teatro Miglior autore di novità italiana per La mostra” (2003). “Premio di Stato austriaco per la letteratura europea” (2005). “Chatwin” (2008). “Premio europeo Charles Veillon per la saggistica” (2009). “TAOBUK AWARD for Literaly Excellance“. “Premio Franz Kafka” (2016).
Migliori Libri di Claudio Magris
- L’infinito viaggiare (CLICCA QUI)
- Inventarsi una vita (CLICCA QUI)
- Non luogo a procedere (CLICCA QUI)
d) Scipio Slataper
Scipio Slataper, (1888-1915) era uno degli scrittori friulani irredentisti. Oltre ad essere un militare dell’esercito italiano. Egli è rimasto famoso nella storia locale. Grazie appunto ai suoi forti ideali irredentisti.
Per iniziare, nacque a Trieste, allora città dell’Impero Austro-Ungarico. Il suo cognome riporta ad un’origine slovena. Tuttavia, egli stesso fa riferimento ad antenati boemi. Sua madre invece era veneta. Crebbe in una famiglia numerosa, di cinque fratelli. In seguito, iniziò il liceo (1899), ma dovette lasciarlo nel 1903. Motivo, una malattia nervosa. Riuscendo poi a diplomarsi nel 1908.
In seguito, l’autore friulano si recò a Firenze all’università. Qui si laureò in lettere, con una tesi su Ibsen. Ebbe una relazione d’amore profonda e tribolata, a Trieste. Lei si chiamava Anna Pulitzer. Purtroppo, la donna si suicidò dopo pochi mesi. Egli, straziato, si ritirò in solitudine. Ed iniziò a scrivere “Il mio Carso“, che fu pubblicato nel 1912. Questo libro fu l’unico romanzo che egli scrisse.
In aggiunta a questo, sposò poi Luisa Carniel ed ebbe un figlio. Figlio che finì disperso durante la seconda guerra mondiale. Allo scoppio della grande guerra, partì volontario. Cosa strana se si pensa ad un particolare. Cioè che egli inizialmente era un anti-irredentista. Non tornò più a casa, morendo al fronte. Gli fu conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Riconoscimento per il suo coraggio.
Migliori Libri di Scipio Slataper
- Il mio Carso (CLICCA QUI)
e) Boris Pahor
L’autore e docente sloveno Boris Pahor (1913-2022), era uno degli scrittori friulani. Egli aveva la cittadinanza italiana, nonostante l’esistenza dell’Impero Austro-Ungarico. Il padre si chiamava Franc Pahor e la madre Marija Ambrožič. Franc lavorava come fotografo nel posto di polizia cittadino.
Poi egli visse un’aggressione delle “camicie nere“, quando aveva solo 7 anni. Perpetrata ai danni di gruppi della comunità slovena triestina. Per essere precisi, alla sede centrale, il Narodni dom. Ciò lo marchiò per tutta la vita. E riaffiora spesso nelle sue opere. Oltretutto, nella sua esistenza dovette purtroppo sopportare numerosi traumi. La negazione delle proprie radici culturali. La ferocia degli squadristi. L’umiliazione di non poter parlare la propria lingua. La chiusura delle scuole e delle attività culturali in sloveno.
Inoltre, per quanto riguarda l’opera di questo autore friulano, possiamo dire che è carica di riferimenti personali. Infatti due sono i “pilastri“, su cui si fonda il suo pensiero. La disumanità del fascismo e l’abominio nazista. Ma è anche basilare un’altra componente. La costante negazione ai cittadini sloveni, di cosa? Dei diritti principali e la personalità di Triestini a tutto tondo. Elementi che hanno alzato un muro. Muro di ignoranza tra italiani e sloveni. Che tolse la possibilità ad entrambi di un reciproco arricchimento culturale, e sociale.
Migliori Libri di Boris Pahor
- Necropoli (CLICCA QUI)
- Figlio di nessuno (CLICCA QUI)
- Qui è proibito parlare (CLICCA QUI)
f) Giani Stuparich
Giovanni Domenico Stuparich, noto come Giani (1891-1861), è stato uno degli scrittori friulani soldato. Gli venne anche assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nato sotto l’Impero austro-ungarico, era figlio di Marco Stuparich. E di Gisella Gentilli, triestina di religione ebraica.
Quindi, lui ed il fratello Carlo, vennero educati come veri italiani. Qualità rafforzata poi durante la frequentazione del Liceo “Dante Alighieri“, a Trieste. Alla fine degli studi, lo scrittore friulano Giani iniziò un viaggio attraverso l’Europa centrale. Viaggio in cui conobbe arte e cultura. E nel quale maturò il suo ideale di unità extra-nazionale.
In seguito, divenne docente di letteratura presso il medesimo liceo (1919-1942). E’ interessante un fatto che lo riguarda. Lui ed il fratello Carlo vennero onorati ancora in vita. Infatti fu eretto un rifugio alpino nel 1925. Intitolato “Bivacco Carlo e Giani Stuparich“. Il rifugio esiste tutt’ora. Ed è gestito dalla Società Alpina delle Giulie. Che è una sezione del Club Alpino Italiano a Trieste. E’ situato a 1587 metri, vicino al Jôf di Montasio.
Per concludere, le opere di Giani Stuparich sono state tradotte in parecchie lingue. Come tedesco e ceco. Olandese e francese. Ebraico, inglese e castigliano. Della sua vasta produzione, parte venne pubblicata postuma. Di altra vi fu l’adattamento teatrale e la riduzione cinematografica.
Migliori Libri di Giani Stuparich
- Un anno di scuola (CLICCA QUI)
- L’isola (CLICCA QUI)
- Guerra del ’15 (CLICCA QUI)
g) Roberto Bazlen
Roberto Bazlen (1902-1965), è noto anche come “Bobi” Bazlen. E’ nato a Trieste il 10 giugno 1902. Egli era uno degli scrittori friulani esperti di letteratura tedesca. Il padre Eugenio era di origini tedesche. E morì quando lui era piccolissimo. Per cui Roberto crebbe con la madre, Clotilde Levi Minzi. Che era una triestina di religione ebraica.
In seguito, studiò presso il “Realgymnasium“. Una scuola tedesca. Qui nacque la passione per la letteratura. Passione incoraggiata anche dal suo professore. Lasciò poi Trieste per Genova. Poi Milano e Roma. Il romanziere friulano Bazlen conobbe molti importanti scrittori. Ad esempio Luciano Foà e Adriano Olivetti. Umberto Saba e Giacomo Debenedetti. Ricoprì il ruolo di consulente editoriale, per molti editori italiani. Come “Nuove Edizioni Ivrea” e “Edizioni di Comunità”. “Bompiani” e “Astrolabio”. “Giulio Einaudi” e “Adelphi”.
Oltre a ciò, questo scrittore friulano si tenne in contatto anche con Eugenio Montale. A quest’ultimo anzi consigliò la lettura de “La coscienza di Zeno”. Egli si faceva seguire anche da uno psicologo. Lo junghiano Ernst Bernhard. Blazen fu un “pioniere” in Italia. Lo fu per i lavori di Freud e Kafka. Musil e Jung. Sebbene nulla fosse pubblicato lui vivente, molto materiale è disponibile. Grazie alla raccolta “Scritti” (1984). E’ compresa anche la corrispondenza con Eugenio Montale.
Adesso è il turno degli scrittori di Udine.
4 – Scrittori di Udine
Anche Udine è patria di numerosi scrittori friulani. Come sempre è impossibile citarli tutti. Ci limiteremo qui ai principali.
Pierluigi Cappello fu un poeta italiano nato in città. Produsse un alto numero di componimenti in lingua friulana. Quindi fu un tipico esponente della letteratura “dialettale”. Vinse il Premio “Viareggio-Repaci” con Mandate a dire all’imperatore. Poi Carlo Sgorlon. Eccellente scrittore friulano ed insegnante.
Egli tratta particolarmente alcuni argomenti. Cioè i contadini del Friuli, le loro usanze. Oltre che i loro miti e la religiosità. Ancora, Ugo Pellis. Scrittore del Friuli, docente e fotografo. Amedeo Giacomini, scrittore e poeta. Sia in italiano che dialetto di Udine. Vincitore di diversi premi letterari. Premi “Rapallo“, “Cervia“, “Lanciano” e “Nonino – Risit d’aur“.
Alberto Picotti, partigiano. Dopo essere stato maestro elementare diventa scrittore. Questo in vari paesi. Resia, Marano Lagunare, Ciconicco e altri. Nel 1976 esce la sua raccolta di poesie “Dies Irae pal Friul“. Per la quale egli prese ispirazione dal famoso terremoto. Questa è a tutt’oggi l’opera dei poeti del Friuli più conosciuta. In seguito pubblicò “Tra lus e scur“. E anche diversi saggi e trattati storici e culturali friulani.
a) Pierluigi Cappello
Il poeta italiano Pierluigi Cappello (1967-2017), è stato uno dei migliori scrittori friulani. Si distinse anche per l’uso della lingua friulana. Ciò lo fece rientrare a pieno titolo nella letteratura dialettale.
Purtroppo, la famiglia subì le conseguenze del terremoto del 1976. Sisma disastroso, che raggiunse 6.5 di magnitudo. Per cui dovettero trasferirsi a Tricesimo (Udine). In questa località visse per molti anni. Disgraziatamente, un incidente di moto lo costrinse sulla sedia a rotelle. Aveva appena 16 anni.
In seguito, finiti gli studi superiori, si iscrisse all’Università, facoltà di Lettere. Esperienza che però rimase incompiuta. Vinse il “Premio Viareggio-Rèpaci” 2010 per la poesia. Premio ottenuto con il libro “Mandate a dire all’imperatore“. In precedenza aveva fondato “La barca di Babele” (1999). Questa era una collana di poesie. Iniziativa intrapresa con Ivan Criaco. Che vide pubblicare lavori in dialetto friulano. Ed anche veneto e triestino.
Oltretutto, l’autore friulano Pierluigi Cappello svolse anche una forte attività artistica. E di “propaganda” culturale. Anche in scuole e università. Ad un certo punto, raccolse quasi per intero la sua attività poetica. Lo fece in “Assetto di volo” (2066). Ciò gli valse diversi premi letterari. Il “Premio Nazionale Letterario Pisa“. Poi “Bagutta“. Il “Superpremio San Pellegrino” ed il Premio Speciale della Giuria “Lagoverde 2010“.
Migliori Libri di Pierluigi Cappello
- Azzurro elementare. Poesie 1992-2010 (CLICCA QUI)
- Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini. (CLICCA QUI)
b) Carlo Sgorlon
Carlo Sgorlon (1930-2009), è stato uno dei più grandi scrittori friulani. Secondo di cinque figli, trascorre la gioventù “calandosi” nella cultura contadina del Friuli. Ciò lasciò un segno indelebile su tutta la sua opera. Dapprima studiò in modo discontinuo. Poi si laureò in lettere a Pisa. E studiò anche in Germania. Fu docente di lettere alle scuole superiori. Allo stesso tempo, continuò a scrivere.
Poi, dopo il matrimonio con Edda Agarinis si trasferì a Udine. Qui visse poi tutta la sua vita, sempre insegnando. Come già detto, l’autore friulano Sgorlon mette al centro di tutto la vita agreste. Focalizzandosi su fede e leggende. Guerre e deportazioni. Emigrazione e coabitazione di popoli diversi. Egli riteneva fondamentali il passato e le proprie origini. Per cosa? Per dare al mondo la possibilità di rinnovarsi.
Oltretutto, Carlo Sgorlon possedeva un’unicità. Era un autentico narratore in un mondo incantato. Le sue storie erano comunque reali. Ma sapeva anche raccontare vicende fantastiche, nella realtà quotidiana.
Ancora, egli era un poeta friulano “dell’equilibrio”. Dosava sapientemente storia ed ambiente. Fu molto determinante per lui l’influsso del nonno. Il quale era un insegnante in pensione. Ed anche la discontinuità negli studi. Nelle sue opere si avverte la mescolanza dei grandi Dante e Petrarca. Ed anche Ariosto. Con cosa? Con la saggezza propria del mondo rurale e l’immaginazione.
Migliori libri di Carlo Sgorlon
- L’armata dei fiumi perduti (CLICCA QUI)
- La foiba grande (CLICCA QUI)
- Il vento nel vigneto (CLICCA QUI)
c) Leonardo Zanier
Il poeta Leonardo Zanier (1935-2017)), è stato anche uno degli scrittori friulani. E sindacalista. Inizia a lavorare in un cantiere edile in Marocco, negli anni ’50. Poi si trasferisce in Svizzera, a Zurigo. Qui entra a far parte delle “Colonie libere italiane“. Cioè un’organizzazione antifascista, fondata a Ginevra nel 1943.
Oltretutto, si è distinto per la grande intelligenza, e le capacità di organizzazione. Per questo ha ottenuto la dirigenza del settore culturale. Al primo posto ha messo l’istruzione, anche per un motivo particolare. Cioè rafforzare il potere contrattuale degli italiani.
In seguito, prende una decisione. Trasferisce in Svizzera le conoscenze dell’istituto Ecap-Cgil (1970). E fonda “Ecap Svizzera“. Questo è oggi uno dei principali istituti di formazione per adulti, in terra svizzera. Leonardo Zanier era un poeta in dialetto friulano, ed un autore di vari saggi e racconti.
Migliori Libri di Leonardo Zanier
- Una vita migrante (CLICCA QUI)
- Licof. Poesie (CLICCA QUI)
Scrittori Friulani – Conclusione
Se siete alla ricerca di un buon libro da leggere, allora sarebbe bene scegliere uno degli scrittori friulani. Questi sono autori capaci di proiettarvi in mondi incantati. O avventurosi. O ancora, in una storia d’amore. Non importa se non siete buoni lettori. Vi basterà gettare gli occhi sulle opere di un autore friulano. E capirete il talento.
I friulani vanno fieri della loro tradizione letteraria. Ed i loro scrittori hanno dato un grande contributo. A chi? Alla letteratura italiana. Infatti, sono friulani molti grandi scrittori italiani. Grazie a loro, abbiamo un grandissimo patrimonio letterario.
Vi piace leggere? Siete nel posto giusto. Scoprite i migliori scrittori friulani. Ed entrerete in un mondo meraviglioso.
E adesso non mi resta che augurarvi buona permanenza su Libri-online.net!
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